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    Ong, due navi hanno ricevuto l’ok dalle autorità per entrare in acque italiane

    Di Antonio Scali
    Pubblicato il 5 Nov. 2022 alle 12:01 Aggiornato il 5 Nov. 2022 alle 12:44

    “La nave Humanity 1 non andrà a Catania, non ha mai avuto intenzione di farlo. Non abbiamo ricevuto un luogo sicuro per sbarcare i 179 sopravvissuti a bordo. Siamo infatti entrati nelle acque territoriali ieri per trovare protezione dalle intemperie, dal vento e dalle onde alte. Ma l’abbiamo fatto solo dopo aver ottenuto il permesso dalle autorità del porto di Catania”. Lo ha fatto sapere la Ong Sos Humanity.

    Sono quattro le navi di Ong che sono davanti la costa della Sicilia orientale in attesa di un porto sicuro per fare sbarcare i migranti soccorsi nel mar Mediterraneo. Sono le tedesche Humanity 1, con 179 persone a bordo, e la Rise Above, con a bordo 90 persone dopo che due sono state soccorse da personale medico e trasferite e a terra a Siracusa; e le norvegesi Ocean Viking, 234 migranti a bordo, e Geo Barents, con 572 persone soccorse. Anche quest’ultima, come da nota da Matias Gil, capomissione per le operazioni di ricerca e soccorso, “dopo aver chiesto e ricevuto il permesso dalle autorità italiane è entrata in acque territoriali italiane a causa del cattivo tempo. Stiamo aspettando da oltre 10 giorni un luogo sicuro di sbarco per i 572 sopravvissuti a bordo”.

    La Humanity 1 è una nave cargo lunga circa 60 metri, con a bordo 179 persone. Una nota dell’Ong ha evidenziato nei giorni scorsi che il capitano della nave, che stazionava davanti alle coste della Sicilia orientale, aveva inviato 17 richieste per un posto sicuro. Ieri il ministro dell’Interno Piantedosi, al termine del Cdm, aveva dichiarato che la nave “si stava dirigendo verso Catania dove, secondo il provvedimento dell’articolo 1 comma 2 del decreto 2020 potrà permanere solo nel periodo in cui ci accerteremo delle condizioni umane degli ospiti, noi rispettiamo le persone e le esigenze umanitarie. Ma le persone che non dovessero versare in queste condizioni dovranno essere portate fuori dalle acque nazionali”.

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