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    Omicidio Perugia, Rudy Guede torna libero. Sollecito: “Convinto della sua colpevolezza”

    Credit: ANSA / LUIGI MISTRULLI
    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 24 Nov. 2021 alle 12:47

    Omicidio Perugia, Rudy Guede torna libero. Sollecito: “Convinto della sua colpevolezza”

    Rudy Guede, l’unica persona condannata in via definitiva per l’omicidio della studentessa britannica Meredith Kercher, è tornato in libertà. Il magistrato di sorveglianza ieri ha accolto la richiesta della difesa di ottenere la scarcerazione anticipata per Guede, che ha trascorso l’ultimo anno in affidamento ai servizi sociali.

    Il 34enne ivoriano era stato condannato con il rito abbreviato a 16 anni di reclusione per l’omicidio della giovane studentessa Meredith Kercher, avvenuto a Perugia nel 2007, dichiarandosi sempre innocente. Gli altri due imputati nel caso controverso, l’ex studente pugliese Raffaele Sollecito e la statunitense Amanda Knox, sono stati prima condannati e poi assolti per l’omicidio.

    “Io sono assolutamente convinto della sua colpevolezza”, ha detto Sollecito in un’intervista oggi a Radio 105. “Io ribadisco tutte le volte che non è una sentenza in concorso, in quanto lui dalla Corte di Cassazione ha fatto un processo a parte”, ha aggiunto. “Provo molta amarezza per  il fatto che lui non si sia mai pentito e io ho rischiato di farmi 30 anni di carcere anche per le sue bugie”, ha affermato Sollecito, che all’epoca dei fatti era fidanzato di Amanda Knox, assolto insieme a lei il 27 marzo 2015 per non aver commesso il fatto dopo essere stati condannati rispettivamente a 25 e 26 anni di reclusione.

    Guede ha accolto la decisione di ieri affermando invece che “vorrebbe essere solo dimenticato”.  Prima della pronuncia del magistrato di sorveglianza Guede aveva già ottenuto 1.100 giorni di sconto di pena, la cui fine era prevista per il prossimo 4 gennaio. Termine che è stato anticipato al 20 novembre dopo il riconoscimento di un ulteriore sconto di 45 giorni. Da poco meno di un anno è affidato ai servizi sociali, lavorando come volontario alla mensa della Caritas e nella biblioteca del centro studi criminologici di Viterbo, città in cui è presente il carcere Mammagialla in cui ha trascorso la maggior parte della pena che gli è stata inflitta.

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