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    Femminicidio Cecchettin, il gip: “Giulia zittita con lo scotch per impedirle di urlare, le prime coltellate già sotto casa. È morta dissanguata”

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 21 Nov. 2023 alle 09:45

    Omicidio Cecchettin, Giulia morta dissanguata: la ricostruzione del delitto

    Colpita in due atti e morta per dissanguamento: nelle carte del gip c’è la ricostruzione dell’omicidio di Giulia Cecchettin, la 22enne uccisa con ferocia dall’ex fidanzato Filippo Turetta.

    Secondo il giudice, Turetta, accusato di sequestro di persona e omicidio volontario aggravato dal vincolo affettivo, che viene descritto come un soggetto “totalmente imprevedibile” autore di un “gesto folle e scellerato”, il quale potrebbe ripetere “nei confronti di altre donne”, ha colpito Giulia in due momenti diversi.

    La prima aggressione avviene nel parcheggio dell’asilo, a 150 metri dall’abitazione della ragazza. Qui, Turetta colpisce Giulia, forse già con un coltello. Un testimone sente una ragazza urlare: “Così mi fai male”. Poi scorge una persona calciare una sagoma a terra e una Punto nera andare via.

    Turetta porta Giulia Cecchettin nella zona industriale di Fossò, dove una telecamera riprende la seconda aggressione. La ragazza scende dalla macchina tentando la fuga, ma viene raggiunta dall’ex fidanzato che la colpisce con violenza alle spalle. Giulia cade, batte violentemente la testa e non si muove più.

    Qui, i carabinieri trovano diverse macchie di sangue e un nastro adesivo, probabilmente utilizzato in precedenza da Turetta per non far gridare la vittima.

    L’assassino carica il corpo della ragazza sulla sua auto per poi sbarazzarsene un paio d’ore dopo. Giulia, secondo quanto scrive il gip, muore per “shock emorragico”, ovvero per la troppa perdita di sangue.

    Il giudice Benedetta Vitolo nel disporre la custodia in carcere chiesta dalla Procura parla di un quadro indiziario già “grave”, al quale si aggiungeranno tutte le analisi del caso che dovranno stabilire, tra le altre cose, anche la premeditazione o meno del delitto.

    “Esiste il pericolo che l’indagato reiteri condotte violente nei confronti di altre donne” scrive il giudice sottolineando che Turetta ha dimostrato “totale incapacità di autocontrollo”, che è “idonea a fondare un giudizio di estrema pericolosità sociale e desta allarme in una società dove i femminicidi sono all’ordine del giorno”.

    Turetta appare “totalmente imprevedibile perché, dopo aver condotto una vita all’insegna di un’apparente normalità, ha improvvisamente posto in essere questo gesto folle e sconsiderato”.

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