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    La bozza del nuovo piano pandemico 2021-2023: “Se risorse sono scarse scegliere chi curare prima”

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 11 Gen. 2021 alle 20:41

    La bozza del nuovo piano pandemico 2021-2023 elaborata dal ministero

    È stata messa a punto dal dipartimento Prevenzione del ministero della Salute la bozza del nuovo piano pandemico influenzale 2021-2023 che nelle prossime ore sarà presentata alle Regioni e che, ovviamente, trae lezione dalla pandemia di Covid.

    “Le lezioni apprese dalla inattesa pandemia da un nuovo Coronavirus del 2020 possono essere considerate in un Piano pandemico influenzale che è utile contestualizzare nell’ambito dell’attuale crisi sanitaria globale” si legge nella bozza di 140 pagine.

    “Quanto stiamo apprendendo dalla pandemia Sars-CoV-2 – viene spiegato – è utile per la messa a punto di piani pandemici influenzali e in prospettiva in risposta ad altri patogeni capaci di causare epidemie/pandemie”.

    Nel nuovo piano pandemico viene spiegato, tra le altre cose, come produrre velocemente mascherine, realizzare in breve tempo nuovi posti letto in terapia intensiva e aumentare la scorta di farmaci antivirali.

    Uno dei passaggi più discussi e controversi è sicuramente quello in cui si sottolinea che: “Quando la scarsità rende le risorse insufficienti rispetto alle necessità, i principi di etica possono consentire di allocare risorse scarse in modo da fornire trattamenti necessari preferenzialmente a quei pazienti che hanno maggiori possibilità di trarne beneficio”.

    Tuttavia, viene precisato che “non è consentito agire violando gli standard dell’etica e della deontologia ma può essere necessario per esempio privilegiare il principio di beneficialità rispetto all’autonomia, cui si attribuisce particolare importanza nella medicina clinica in condizioni ordinarie. Condizione necessaria affinché il diverso bilanciamento tra i valori nelle varie circostanze sia eticamente accettabile è mantenere la centralità della persona”.

    Nel documento, inoltre, si sottolinea che: “La solidarietà deve ispirare ogni decisione, gli interventi devono essere basati sempre sull’evidenza e proporzionati, le restrizioni e l’intrusione nella vita delle persone dovrebbero essere le minori possibili in relazione al raggiungimento dell’obbiettivo perseguito e le persone devono sempre essere trattate con rispetto”.

    Nel testo si sottolinea anche la necessità di aggiornare di continuo il piano: “La preparazione a una pandemia influenzale è un processo continuo di pianificazione, esercitazioni, revisioni e traduzioni in azioni nazionali e regionali, dei piani di risposta. Un piano pandemico è quindi un documento dinamico che viene implementato anche attraverso documenti, circolari, rapporti tecnici”.

    Nella bozza, inoltre, si legge che: “L’Italia si farà parte attiva nei confronti degli organismi europei e internazionali affinché i documenti guida siano orientati al fine di poter elaborare e disporre nel più breve tempo possibile di un piano pandemico nazionale che comprenda tutte le patologie respiratorie ad alta trasmissibilità e patogenecità”.

    Il nuovo piano pandemico, inoltre, prevede una continua fornitura di mascherine sia per gli operatori sanitari che per i cittadini in base anche all’esperienza della pandemia di Covid. Tra le esigenze del futuro, infatti, c’è quella di “modulare la fornitura di prodotti terapeutici in funzione delle evidenze scientifiche disponibili per il trattamento e assicurare la disponibilità di DPI (dispositivi protezione individuale) al fine di proteggere gli operatori sanitari che operano in prima linea”.

    “Ciò che in pochi mesi è stato fatto per adeguare il sistema e arrivare a una sua sostanziale autosufficienza di DPI è qualcosa che deve rimanere anche in futuro – prosegue la bozza – Si è visto che le mascherine chirurgiche o quelle di comunità, quando usate correttamente da tutti, insieme ad altre misure di prevenzione, esplicano un sostanziale effetto di popolazione nel ridurre la trasmissione dell’infezione”.

    “Sempre l’esperienza del 2020 – si legge ancora nella bozza – ha dimostrato che si può e si deve essere in grado di mobilitare il sistema per aumentare nel giro di poco tempo sia la produzione di mascherine e dispositivi di protezione individuale a livello nazionale che i posti di terapia intensiva anche per far sì che non si verifichino disservizi nell’assistenza e nella cura delle persone affette da malattie ordinarie diverse dal Covid-19 quanto comuni”.

    Infine: “E ciò vale anche per la preparazione nei confronti di tutti gli eventi pandemici, anche quelli dovuti a una malattia respiratoria non conosciuta che definiremo come malattia respiratoria ‘x’, occorre una formazione continua finalizzata al controllo delle infezioni respiratorie e non solo, in ambito ospedaliero o comunitario, un continuo monitoraggio esplicato a livello centrale sulle attività di competenza dei servizi sanitari regionali nonché in generale un rafforzamento della preparedness nel settore di prevenzione e controllo delle infezioni”.

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