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    Ndrangheta in Valle d’Aosta: si dimette il presidente della Regione indagato per voto di scambio

    Immagine da video YouTube di RegVdA - Regione autonoma Valle d'Aosta
    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 14 Dic. 2019 alle 09:56 Aggiornato il 30 Gen. 2020 alle 17:36

    Ndrangheta in Valle d’Aosta: si dimette il presidente della Regione

    Il presidente della Regione Valle d’Aosta, Antonio Fosson, si dimette. Lo ha annunciato il 14 dicembre durante una riunione straordinaria di maggioranza a Palazzo regionale. Le motivazioni sono legate all’avviso di garanzia ricevuto dalla Dda per scambio elettorale politico mafioso in merito ad un’inchiesta sul condizionamento delle Regionali del 2018 in Valle d’Aosta da parte della ‘ndrangheta.

    Ndrangheta in Valle d’Aosta, le indagini

    Anche gli assessori Laurent Viérin (turismo e beni culturali) e Stefano Borrello (opere pubbliche) hanno annunciato che si dimetteranno. Il consigliere Luca Bianchi, invece, lascerà l’incarico di presidente di commissione e di capogruppo dell’Union valdotaine. Tutti e tre sono indagati – assieme a Fosson – per scambio elettorale politico mafioso nell’ambito di un’inchiesta della Dda sul condizionamento delle elezioni regionali del 2018 in Valle d’Aosta da parte della ‘ndrangheta.

    L’inchiesta è coordinata dal pm Valerio Longi. Viérin, Borrello e Bianchi sono già stati interrogati dagli inquirenti.

    Il boss della locale di Aosta

    Stando a quanto scrivono i carabinieri del Reparto operativo del Gruppo Regione Valle d’Aosta nell’annotazione dell’inchiesta Egomnia, il 4 maggio 2018 l’allora “presidente della Regione autonoma Valle d’Aosta” Viérin “nonché prefetto in carica, ha incontrato uno degli esponenti di vertice del ‘locale’ di Aosta”, Roberto Di Donato, “presso l’abitazione di Alessandro Giachino” ad Aymavilles. L’incontro a fini elettorali, documentato dagli investigatori con fotografie, è durato un’ora circa.

    I militari dell’Arma spiegano che “gli effetti” dell’incontro “si vedono già il 12 maggio quando presso il bar ‘Nord’, sito nel quartiere Cogne di Aosta, ovvero quello a maggior densità di calabresi, viene organizzato un aperitivo in favore di Laurent Viérin al chiaro scopo elettorale”. Tre giorni dopo si verifica “la mancata presentazione di Giachino e Roberto Alex Di Donato al pranzo con Viérin” che per quanto avvenuto “si lamenta” con un collega di lavoro di Giachino.

    “Da una telefonata” del 15 maggio tra Alessandro Giachino e Deborah Camaschella, ex sindaco di Valtournenche e candidata alle scorse regionali, secondo gli investigatori, “si ha il riscontro dell’avvenuto accordo tra Laurent Viérin e il locale, cioè la richiesta del politico di voti, per lui e i candidati della sua lista, e la seguente approvazione del sodalizio criminale che ha concordato e approvato i candidati da supportare, stabilendo anche i voti da attribuire”. In dettaglio, “Viérin avrebbe dato il proprio consenso alla dazione di voti in favore della Camaschella e per questo motivo Giachino promette alla donna 30 preferenze”.

    Il commento di Fosson

    “Sottolineo con forza la mia totale estraneità rispetto ai fatti di cui ho avuto lettura negli ultimi giorni sui giornali”. Lo ha detto il presidente della Regione Valle d’Aosta Antonio Fosson spiegando le ragioni che lo hanno portato alle dimissioni a seguito dell’avviso di garanzia per scambio elettorale politico mafioso.

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