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    Muore di cancro a 28 anni ma lascia lo sperma congelato in eredità alla compagna. La Asl dice no

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 2 Feb. 2024 alle 17:02

    Lei, giovane donna, vorrebbe che la Asl di Firenze le consegnasse il liquido seminale che il compagno, ormai deceduto, fece congelare quando si ammalò di tumore. Vuole quei gameti, sperando che prima o poi cambi la legge che in Italia impedisce la fecondazione con il liquido seminale di una persona morta. Dalla sua parte, la ragazza ha il testamento del fidanzato, che assegna a lei a ai propri familiari l’eredità dei gameti.

    Dopo aver scoperto di avere un cancro, Matteo aveva congelato i suoi gameti e in un testamento olografo aveva dichiarato di volerli lasciare in eredità alla famiglia. Ora, in seguito alla sua morte, i familiari e la sua fidanzata vogliono entrare in possesso dei gameti, ma l’Asl di Careggi (Firenze) glielo nega. Al Centro per la Crioconservazione dell’Azienda ospedaliera universitaria di Careggi, come da prassi, Matteo firmò il consenso al deposito e le relative condizioni: i gameti vengono conservati per tre anni, in questo lasso di tempo possono essere ritirati solo da lui. Altrimenti, scaduti i tempi o in caso di morte vengono distrutti. Matteo però aveva scritto nel testamento olografo che venissero consegnati a Cristina. Ma quando lei provò a dar seguito al lascito il centro le disse no. Di fronte alla possibilità concreta che il campione seminale venisse distrutto, lei insieme alla famiglia del compagno, assistiti dagli avvocati Matteo Forconi e Roberto Inches, decisero di far causa all’Azienda ospedaliera di Careggi.

    Sandra Becattini, mamma di Matteo, ha ribadito che quei gameti sono l’ultima cosa rimastagli del figlio e lei e a sua famiglia li rivogliono: “Quello che decideremo di farci una volta che li abbiamo avuti sono affari nostri e sollevo la Asl da ogni tipo di responsabilità. Cristina pensa all’inseminazione all’estero senza violare la legge italiana”. Per la donna il figlio: “Ha scritto un testamento olografo lasciandoli in eredità a noi. È quello a fare testo”.

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