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    “È vero, non abbiamo pagato gli stipendi”: la suocera di Soumahoro ammette le irregolarità nella coop Karibu

    Di Giovanni Macchi
    Pubblicato il 29 Nov. 2022 alle 17:54 Aggiornato il 29 Nov. 2022 alle 17:55

    Alcuni lavoratori erano pagati in nero. Altri, invece, non percepivano alcuno stipendio. Questa mattina Marie Therese Mukamitsindo, presidente della coop Karibu e suocera del deputato Aboubakar Soumahoro, ha ammesso di fronte all’ispettorato del lavoro di Latina le irregolarità nel centro di accoglienza dei migranti che amministrava. La Uiltucs, il sindacato dei lavoratori del turismo, del commercio e dei servizi, aveva chiesto arretrati per un totale di 400mila euro, da corrispondere a circa 30 lavoratori. Il segretario Gianfranco Cartisano ha denunciato che i piani di rateizzazione sono stati più volte disattesi e ha chiesto l’intervento della Prefettura. Sulle due coop – l’altra è la Consorzio Aid, della quale Mukamitsindo è consigliera – proseguono intanto le indagini della Procura di Latina, affidate alla Guardia di finanza e ai Carabinieri: gli inquirenti cercano tra stipendi non pagati, finanziamenti milionari ottenuti, e denunce sullo stato delle strutture in cui erano ospitati i migranti.

    Diversi minorenni hanno detto di essersi trovati senza acqua o senza luce, lavoratori della mensa hanno parlato anche di carenza di cibo. La suocera di Soumahoro è indagata anche per truffa aggravata e false fatturazioni, oltre che malversazione. Si ipotizza ci siano anche delle tasse mai pagate dalla Karibu. Questa mattina, 29 novembre, sono stati affrontati i casi dell’ingegnere Youssef Kadmiri, che ha anche sostenuto di essersi visto chiedere fatture false per ottenere lo stipendio, e quelli di Mohamed El Motaraji e Stefania Di Ruocco. Kadmiri è l’uomo che a Repubblica ha testimoniato di aver visto più volte Soumahoro all’interno della struttura, gettando dubbi sul fatto che potesse essere all’oscuro dei problemi salariali dei dipendenti e delle criticità logistiche denunciate dai migranti che ci abitavano.

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