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    Morti per Covid, il premio Nobel Parisi: “Non è vero che sono sovrastimate”

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 6 Mag. 2022 alle 14:52 Aggiornato il 6 Mag. 2022 alle 14:56

    Secondo il premio Nobel per la fisica 2021 Giorgio Parisi in Italia le morti per Covid non sono sovrastimate ma in linea con quelle degli altri Paesi. “In Gran Bretagna hanno confrontato le persone decedute non oltre 28 giorni dal test positivo al virus con i certificati di morte per Covid e questi ultimi sarebbero risultati sovrastimati di circa un 10 per cento. E comunque la letalità del virus è sempre intorno al 2 per mille, come in Italia”, ha spiegato il professore in un’intervista a La Stampa. Secondo Parisi “si tratta di differenze minime, la sostanza è che i morti che conteggiamo hanno come prima causa proprio il Covid”.

    “Del resto i decessi tra i non vaccinati sono 10 volte superiori a quelli riscontrati tra gli immunizzati. Questo vuol dire che sono morti per l’infezione, altrimenti non avremmo visto questo effetto protettivo del vaccino”, ha aggiunto. “E poi l’Istat ha già condotto uno studio sui certificati di morte, dal quale è risultato che il 90% dei decessi è attribuibile al Covid”, ha sottolineato il premio Nobel.

    “La letalità in Italia è comunque in linea con quella riscontrata in altri Paesi“, ha aggiunto Parisi. Il più alto numero di vittime registrati in Italia dipenderebbe dunque da altri fattori, non da errori nel conteggio: “In Italia abbiamo un’età media tra le più elevate del mondo e sappiamo che la maggior parte dei decessi da Covid si verifica nella popolazione più anziana. Forse nel confronto con la Gran Bretagna incide anche il fatto che lì hanno vaccinato quasi tutta la popolazione tra 60 a 80 anni, mentre da noi in quella fascia di età qualcuno è rimasto senza copertura”, ha detto il fisico.

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