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    Milano, 21enne violentata sul treno in pieno giorno: “Svenuta per lo shock”

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 6 Apr. 2023 alle 08:23

    Milano, 21enne violentata sul treno in pieno giorno: “Svenuta per lo shock”

    “Mi ha salvato l’istinto di sopravvivenza”. È il racconto scioccante fatto da una ragazza di 21 anni di una violenza subita ieri mattina su un treno regionale.

    La giovane di origini toscane ha raccontato alla polizia di essere violentata sul treno diretto a Treviglio. L’aggressore è un uomo di circa 40 anni a cui aveva chiesto indicazioni nella stazione milanese di Porta Garibaldi. “Stavo cercando delle informazioni”, ha raccontato la giovane, secondo quanto riporta l’edizione bergamasca del Corriere della Sera. “Dovevo raggiungere il mio fidanzato a Bergamo per recuperare una borsa che avevo dimenticato a casa sua. Mi si è avvicinato un uomo, sui 40 anni, dalla carnagione scura, all’apparenza sudamericano, invitandomi a prendere il passante”.

    Una volta a bordo si è trovata di fronte lo stesso uomo. Inizialmente non era sola: “La cosa terribile è che c’era un altro passeggero che, intuita la situazione, ci ha lasciati soli”. Poi la giovane è stata afferrata e immobilizzata “stretta tra il finestrino e un sedile” per circa dieci minuti. “Ero nel panico assoluto, non riuscivo a reagire e ho perso i sensi”. Dopo aver ripreso conoscenza ha raccontato di aver gridato e di avergli “sferrato un colpo sotto il mento”. “Sono scappata finché ho trovato il controllore e con lui siamo corsi fino in cima al treno dove c’era la polizia. .

    Il conducente ha subito bloccato le porte ed è iniziata la ricerca dell’aggressore, che era però già riuscito a fuggire, tra le fermate di Porta Vittoria e Forlanini. La giovane è stata portata all’ospedale di Treviglio, dove sono state riscontrate lesioni al collo e ai polsi. È stata inoltre sottoposta ai tamponi per identificare il Dna dell’uomo. “Sono vestita di nero, indosso dei pantaloni larghi, un cappotto lungo e degli anfibi”, ha riferito la ragazza al Corriere della Sera. “Si dice che a venire violentate siano donne o ragazze che indossano minigonne o vestiti succinti. Come se la cercassero e avessero una qualche responsabilità. Invece, non è così”.

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