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    Milano, faida dei trapper: Baby Gang e Simba La Rue arrestati per la sparatoria di corso Como

    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 7 Ott. 2022 alle 10:42 Aggiornato il 7 Ott. 2022 alle 10:49

    Milano, faida dei trapper: Baby Gang e Simba La Rue arrestati per la sparatoria di corso Como

    Dietro alla sparatoria di via di Tocqueville a Milano, tra il 3 e il 4 luglio scorsi, c’era un faida tra trapper. Quel giorno due senegalesi (Alassane Pathe Mbaye, 28 anni come Mbaye Ndiaye) rimasero feriti alle gambe e arrestati per rissa dalle Volanti. La zona di corso Como fu battuta a tappeto per cercare i responsabili dell’agguato. I controlli avevano coinvolto, per sbaglio, anche l’ex centrocampista del Milan, Tiémoué Bakayoko, bloccato ma subito rilasciato insieme a un amico sotto piazza Gae Aulenti.

    Si è trattata di una “caccia armata all’uomo”, quella tra Baby Gang e Simba La Rue da una parte e Baby Touché dall’altra. E c’era, come scrive il gip Guido Salvini “la necessità di arginare quanto prima le condotte degli indagati, dal momento che la loro permanenza in libertà comporta la diminuzione della sicurezza dei cittadini – che potrebbero essere coinvolti, al momento dell’uscita da un locale, in una violenta sparatoria – e l’aumento dell’allarme sociale”. Le undici ordinanze cautelari, eseguite all’alba dai poliziotti della Squadra mobile e dai carabinieri della compagnia Duomo, mettono per il momento fine a un’escalation fatta di rapimenti, accoltellamenti e pistolettate. L’operazione congiunta ha colpito: il 21enne Zaccaria Mouhib, in arte Baby Gang, il suo collega di rap e scorribande Mohamed Lamine Saida detto Simba La Rue, 20 anni; i loro due manager, il 24enne Chakib “Malippa” Mounir e il 26enne Marilson Paulo Da Silva; i loro amici Andrea Rusta, 22 anni, Ndiaga Faye, 25enne già coinvolto nel rapimento di Baby Touché come “Malippa” e il 24enne Pape “Abbes” Loum, e il 25enne Alassane “Schetta” Faye, fratello di Ndiaga; il tuttofare 32enne Eliado “Lupo” Tuci; e due 17enni colpiti da una separata ordinanza del gip Paola Ghezzi del Tribunale dei Minori.

    In contemporanea, i carabinieri di Bergamo hanno arrestato altre quattro persone: sono accusati di tentato omicidio per l’accoltellamento, avvenuto lo scorso giugno a Treviolo, di Simba La Rue. Un episodio, spiegano i militari, “che si inserisce in un’accesa rivalità tra rapper: uno, la vittima, attivo nel milanese e l’altro attivo nel padovano”.

    L’aggressione sarebbe stata una vendetta da parte di persone vicine al rapper padovano sequestrato a Milano una settimana prima, Baby Touche, il cui rapimento era stato postato sul web. Sono stati arrestati al momento, uno dei “mandanti” dell’agguato, una donna 31enne bergamasca, e i presunti esecutori materiali: un milanese di 24 anni, un 24enne di Monselice (Padova) e un marocchino 30enne che si trova da tempo presso il centro di detenzione della polizia di Vordernberg.

    Tutti i partecipanti alla rissa di Milano sono stati identificati con precisione dalle nitide immagini delle telecamere all’esterno dell’11Club, analizzate dagli specialisti della sezione Omicidi della Mobile guidati dal dirigente Marco Calì, che immortalano anche il passaggio della scacciacani tra Baby Gang e Simba La Rue, tra i più scatenati nell’assalto nonostante le stampelle per il recente accoltellamento alla gamba.

    Le intercettazioni

    Tra le prove in mano alla polizia anche alcune intercettazioni carpite subito dopo la rissa con sparatoria. I commenti cominciano già durante la fuga in auto, tra Z.Z. (amica non coinvolta nella sparatoria) e Malippa.

    Z.: “Ma che c… ci ha Zaccaria? Che c… di problemi ha?”.
    Baby Gang: “Ma frate… m… io non ci credo, gli hanno tolto la sorveglianza speciale”.
    Z.: “Uno che fa così se le cerca, però! Ci hai venti persone attorno che ti dicono basta! E non ti fermi? Dai c…”
    Malippa: “Sì, ma questi qua hanno iniziato a sparare addosso a noi! Hai visto, no? Non hai sentito i colpi di pistola? Cinque volte hanno sparato, noi non abbiamo sparato neanche un colpo. Il problema… sai perché nessuno di noi ha sparato un colpo? Perché noi non spariamo in aria, è quella la verità! I nostri ragazzi, se sparano, sparano addosso alla gente. Anche Baby, che ci aveva tutto il tempo il ferro in mano, ha sparato solo una volta in aria, solo una volta. Loro hanno sparato cinque volte, sti negri di m…, f…”.
    Z.: “Ve lo dico per il vostro bene, di smetterla con queste puttanate”.
    Malippa: “Ma poi, puttanate per niente, sono perché era ubriaco, se fosse stato sano non avrebbe fatto niente, se fosse stato sano, Zaccaria”.

    Malippa: “Perché quando siamo sani organizziamo i piani per bene, tutti quelli che son stati, tre gruppi diversi, più una putt… a organizzare il pull up a Simba”.
    Z.: “La tizia che c’era? Che è venuto fuori l’articolo, quella tatuata? Quella l’ha organizzato insieme agli altri?”
    Malippa: “È stata lei ad organizzarlo”
    Z.: “Contro Simba?”
    Malippa: “Sì. Noi abbiamo sistemato, manca solo lei da sistemare. Gli altri li abbiam tutti sistemati, non parla più nessuno”.
    Z.: “Ma perché lei aveva un inciucio con Simba praticamente?”.
    Malippa: “Sì, lei adesso… lei è l’unica che non abbiamo sistemato perché è una donna ancora fortunata”.

    I riferimenti sono all’origine della faida con il gruppo di Baby Touché, di cui farebbero parte i due senegalesi feriti. Poco dopo sull’auto sale Andrea Rusta, anch’egli scatenato nonostante avesse un braccio immobilizzato: dopo la rissa, il gesso ha evidenti tracce di lotta. “Ci ho sangue suo, fra’, e basta. L’ho ammazzato, fra’, quel negro di m…”. Per ribadire il concetto, Rusta mostra un video fatto poco prima col cellulare, Malippa lo riprende: “Ma tu ci hai il braccio distrutto, frate’, e picchi la gente con il braccio distrutto?”. Poi il manager commenta le gesta di Baby Gang: “Baby ha tirato fuori il ferro perché anche il tipo ha iniziato a sparare. Mentre Mario lo teneva, lui ha tirato fuori il ferro e ha iniziato a sparare, bam bam!”. E si lamenta per il suo comportamento: “Però quando Zaccaria si ubriaca è un casino. Zaccaria non deve bere proprio. Infatti lui lo sa, lui non beve. Però quando vuole bere è un casino, e non puoi dirgli di no”.

    Trascorso il momento di adrenalina, il gruppo si rende conto di essere stato immortalato e dei guai cui stanno andando incontro. Malippa: “Il problema è che ci sono le telecamere, ragazzi, Zaccaria due giorni fa gli hanno tolto la sorveglianza speciale dicendo: non è un soggetto pericoloso”. Ancora il manager ironizza sulla foga mostrata da Simba La Rue, detto anche “Speedy”, nonostante le condizioni della gamba: “Sai cosa mi faceva ridere? Speedy che picchiava il negro con la stampella, lo voleva prendere”. E la stessa ordinanza sottolinea “tale non solo illecito ma incosciente comportamento”. Poi i discorsi si fanno più seri.

    Ndiaga: “Sai cosa ci danno? Associazione, cosa credi… Eh, tutti insieme lo abbiamo fatto, non è che ci dicono condanniamo OG, lasciamo Malippa perché ci ha cinque aziende e così dopo OG può campare anche da dentro. Eh, è così”.
    G. (minorenne): “Sì, ma ci sarà sempre quella cosa lì, capo banda, chi prende di meno, chi non prende di meno, chi parlerà, chi non parlerà, capito. Ci sono sempre di mezzo queste storie qua”.
    Ndiaga: “Eh sì, quello è vero. Però, bene o male fra’, noi non ci preoccupiamo per chi parla, perché è tutto tra di noi. I nostri testimoni sono proprio colpevoli, capito? Quindi nessuno può”.

    Chi è Baby Gang e la sua partecipazione a Muschio Selvaggio di Fedez

    Zaccaria Mouhib, in arte Baby Gang, nasce a Lecco il 26 giugno 2001. Con i genitori e la famiglia cresce in un monolocale e in una situazione di totale ristrettezza economica. “Avevo 11 anni e a casa portavo solo guai e denunce”, ha raccontato a Noisey. “Mi sentivo anche un peso economico, sentivo di potercela fare da solo”. Così, nemmeno teenager, nel 2012 Zaccaria fugge di casa, iniziando così 2 anni di affidamenti in comunità e vita di strada. “Eravamo sempre in giro con gli amici, facevamo tutto insieme. Dal mangiare in stazione al rubare al supermercato”. A 15 anni la sua vita subisce un tracollo. Ma è proprio il carcere a spingere Zaccaria a cercare qualcosa di più proficuo e soddisfacente, tipo la musica. Della sua vita Baby Gang ne ha parlato anche a Muschio Selvaggio, il podcast di Fedez e Luis Sal su YouTube. Ecco la puntata:

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