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    Il naufragio del 25 luglio 2019 è la peggiore strage di migranti del Mediterraneo degli ultimi 2 anni

    Di Laura Melissari
    Pubblicato il 26 Lug. 2019 alle 14:46 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 02:24

    Migranti morti in mare: il naufragio di ieri è il più grave degli ultimi 2 anni

    Il 25 luglio un terribile naufragio è avvenuto in pieno Mar Mediterraneo. Due barconi sono affondati davanti a Khoms, di fronte la costa libica. A bordo c’erano circa 300 persone. Di queste 137 sono state tratte in salvo, e portate in Libia. Per gli altri il destino è stato ancora più amaro: sono morti annegati. Si parla di circa 150 persone morte, mentre cercavano di fuggire dall’inferno libico e raggiungere l’Europa.

    Se le cifre saranno confermate, sarà la peggiore strage di migranti dal 21 maggio 2017, secondo i dati del Corriere della Sera, nel suo speciale “La strage del Mediterraneo”.

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    Un pescatore ha avvistato i naufraghi al largo di Khoms, ne ha soccorsi quanti poteva, poi ha avvisato la Guardia Costiera libica che ne ha tratti in salvo 137.

    Settanta corpi galleggiavano intorno al relitto. Secondo i sopravvissuti c’erano circa 300 persone in viaggio.

    “Una o più barche salpate da Khoms si sono capovolte a poche miglia dalla costa, probabilmente per il fatto che erano sovraccariche o i motori fuoribordo hanno smesso di funzionare. I primi ad intervenire sono stati i pescatori. Hanno contato oltre 70 cadaveri, che però non sono ancora stati recuperati”, ha raccontato Julien Raickman, capo missione in Libia per l’organizzazione umanitaria Medici senza frontiere.

    I migranti a bordo, secondo le prime ricostruzioni, erano in larga parte eritrei, e in generale del Corno d’Africa. Vi erano alcuni palestinesi e altri migranti del Sudan.

    “La peggior tragedia di quest’anno è appena successa. Ripristinare il salvataggio in mare, porre fine alla detenzione di rifugiati e migranti in Libia, aumentare i percorsi sicuri fuori dalla Libia deve avvenire ora, prima che sia troppo tardi per molte persone più disperate”, ha scritto Filippo Grandi, alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr).

    • Leggi anche: Naufragio migranti nel Mediterraneo: “Buon appetito pesci” e altri disumani commenti sui social

    I morti che non fanno notizia

    L’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati e l’Organizzazione internazionale per le Migrazioni sottolineano come le morti in mare non si siano mai arrestate nelle ultime settimane, con l’incremento delle partenze, dovuto alla stagione estiva.

    I dati che conosciamo sono gravi e allarmante, ma secondo Unhcr e Onu il numero dei morti conosciuto è di gran lunga inferiore a quello reale. Di molte stragi non si sa neanche dell’esistenza. E si continua a morire nel silenzio e lontano dagli occhi dell’Europa.

    La notizia del naufragio di Khoms arriva mentre la Camera approvava il cosiddetto decreto sicurezza bis, che prevede sanzioni pesantissime per le navi delle ong che operano salvataggi in mare.

    Le ong, criminalizzate da Matteo Salvini, hanno ribadito più volte che il loro ruolo è fondamentale sia per i salvataggi, che per denunciare quello che succede in mezzo al mare.

    Migranti morti in mare: i dati

    Nel 2019 in morti (o dispersi) sono stati 669, secondo i dati dell’Unhcr.

    Negli anni scorsi i morti in mare erano stati 2.277 nel 2018, 3.139 nel 2017.

    Anche la piattaforma Missing migrants, nata con lo scopo di documentare la strage dei migranti nel mondo, dà un dato simile: 686 migranti morti dall’inizio del 2019.

    Nella sola rotta del Mediterraneo centrale, quella che parte della Libia, sono 426 i morti.

    Quella che si sta consumando nel Mediterraneo è una vera e propria strage. Dal 2013 a oggi sono morte 18.434 persone nel tentativo di scappare da guerre e povertà. 15.183 sono quelli morti nella sola rotta del Mediterraneo centrale.

    Prima della terribile strage di ieri, 25 luglio, il naufragio più gravi in termini di morti e dispersi del 2019 si era registrato a gennaio, con 117 migranti dispersi a largo della Libia.

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