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    Un complotto della Camorra dietro l’esclusione di Pantani dal Giro del 1999: l’ipotesi della Commissione antimafia

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 20 Gen. 2023 alle 20:30

    Un complotto della Camorra dietro l’esclusione di Pantani dal Giro del 1999: l’ipotesi della Commissione antimafia

    Un movente “concreto e assai verosimile”. La Commissione antimafia ha definito così l’ipotesi che la clamorosa squalifica di Marco Pantani al Giro d’Italia del 1999 sia dovuta a complotto della Camorra, che avrebbe scommesso miliardi di lire sulla sconfitta del “Pirata”.

    Il caso di Pantani, trovato morto nel 2004 in un residence di Rimini, viene ripercorso nella relazione conclusiva della commissione, che cita le testimonianze di diverse persone che nel 1999 erano detenute. A partire da Renato Vallanzasca, uno dei più noti criminali italiani, che ha confermato agli inquirenti di essere venuto a sapere di un piano che avrebbe portato alla squalifica di Pantani.

    “Vallanzasca dichiarò che nel giugno del 1999, sei o sette giorni prima della tappa di Madonna di Campiglio del Giro d’Italia, era stato avvicinato da un altro detenuto che asseriva di volergli fare un regalo consistente in una scommessa che non poteva perdere: il detenuto in questione si era detto certo del fatto che Marco Pantani non avrebbe vinto la gara e non sarebbe giunto a Milano e lo aveva invitato a scommettere una grossa cifra su tale evenienza”, riporta la relazione. “Vallanzasca aveva rifiutato l’offerta e nei giorni successivi, nonostante il susseguirsi delle vittorie del corridore nelle diverse tappe del Giro d’Italia, aveva più volte sentito l’altro detenuto rinnovare le sue previsioni, affermate con la medesima certezza. La mattina del 5 giugno, lo stesso detenuto, con la sua inflessione campana, gli aveva detto ‘Renà hai visto? A Marco l’hanno fatto fuori… ò doping ! Hai visto che avevo ragione io?’”.

    Questa versione, che Vallanzasca aveva dato ai carabinieri di Forlì nell’ottobre del 2014, è stata confermata da Rosario Tolomelli, un camorrista noto come “O’ zio”, detenuto a sua volta a Novara nel giugno del 1999. Anche egli riferì ai carabinieri “che già parecchio tempo prima rispetto al giugno 1999, era noto alla popolazione carceraria di origine campana che Pantani sarebbe stato escluso dal Giro, poiché tale manifestazione era condizionata dall’intervento di un clan camorristico”.

    Un’altra conferma è arrivata dal boss camorrista Augusto La Torre, collaboratore di giustizia dal 2003, che disse di aver parlato con i capoclan Francesco Bidognetti (alla guida dei Casalesi), Angelo Moccia e Luigi Vollero. “Conoscendo le amicizie dei predetti, do per scontato che l’alleanza di Secondigliano, ovvero i Mallardo di Giugliano in Campania possano aver organizzato il tutto. I suddetti tre mi dissero che il banco, se Pantani vinceva, saltava e la Camorra avrebbe dovuto pagare diversi miliardi in scommesse clandestine e rischiava la bancarotta”, le parole citate.

    Secondo quanto riferito da La Torre ai carabinieri di Forlì, è da escludere che i medici siano stati minacciati. “Il clan intervenuto ha avvicinato sicuramente chi era addetto ai controlli [anti-doping] e li hanno corrotti”, ha detto.

    Dal punto di vista giudiziario, il caso finì nel 2016 con un’archiviazione a causa della prescrizione del reato di associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva. Il giudice, secondo la commissione, ”pur sostenendo di ritenere possibile che nel corso degli anni fossero effettivamente state poste in essere condotte minacciose ed intimidatorie nei confronti dei soggetti a vario titolo coinvolti nella vicenda del prelievo ematico effettuato a Marco Pantani, concluse affermando che gli elementi acquisiti non erano idonei a consen­tire l’identificazione degli autori dei reati ipotizzati”.

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