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    Grazie Manuel Bortuzzo: mentre tutti urlano, il tuo dolore senza sete di vendetta ci restituisce la dignità

    Manuel Bortuzzo
    Di Giulio Cavalli
    Pubblicato il 10 Ott. 2019 alle 13:12 Aggiornato il 11 Ott. 2019 alle 14:29

    Nell’era della vendetta scambiata per giustizia, qui dove tutti empatizzano con le vittime solo quando permettono di accanirsi contro i nostri nemici, qui dove esponenti politici di primo piano sputano condanne pochi secondi dopo una qualsiasi notizia di cronaca nera, la giovane promessa del nuoto Manuel Bortuzzo splende nel suo dolore con un’affermazione semplice e lineare, dolorosissima e umana in mezzo alla polvere dell’odio che rimane appiccicato in bocca.

    “La sentenza non cambia le cose: non mi restituirà certamente le gambe. In questo momento penso esclusivamente a riprendermi, consapevole che la giustizia debba fare il suo corso. Non mi importa sapere se chi mi ha fatto del male sia punito con 16 o 20 anni di prigione. Nessuna sentenza mi può fare ritornare come prima. Il mio sogno è tornare a camminare; mi sto impegnando ogni giorno per realizzarlo”, ha dichiarato Manuel apprendendo la notizia della condanna a 16 anni di carcere per Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano, accusati di duplice omicidio, ricettazione, detenzione di arma da fuoco e rissa.

    Manuel Bortuzzo ha avuto la sfortuna di essere scambiato per qualcun altro mentre stava con la sua fidanzata, ha pagato sulla sua pelle la sfortuna di assomigliare a qualcuno coinvolto in una guerra tra fazioni per il controllo delle piazze di spaccio.

    Ripercorrendo quell’episodio ti verrebbe da dire che forse avrebbe diritto di essere ferocemente arrabbiato, di confidare in una pena severissima e invece il punto vero, quello che con le sue parole Bortuzzo ha ribadito, è che c’è un ragazzo che ha voglia di rialzarsi per riprendersi la sua vita, consapevole che tocca a lui.

    “Il mio sogno è tornare a camminare; mi sto impegnando ogni giorno per realizzarlo”, dice Manuel, ristabilendo le priorità, e “penso esclusivamente a riprendermi, consapevole che la giustizia debba fare il suo corso”: leggendo le sue parole si ritrova un equilibrio che sembrava andato perso, c’è una dignità del dolore che è una lezione da incorniciare e tenersi ben stretta.

    Per questo Manuel Bortuzzo merita tutta la vicinanza e l’affetto che si dedicano alle persone giuste: chi non ha bisogno di vendetta per trovare giustizia è un esempio raro e prezioso, di questi tempi. “Non mi importa sapere se chi mi ha fatto del male sia punito con 16 o 20 anni di prigione. Nessuna sentenza mi può fare ritornare come prima”: torna presto a camminare, Manuel.

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