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    “Maltrattamenti sugli animali”, nuove accuse per Marco Bianchi: in un video spara a una pecora

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 9 Nov. 2022 alle 11:09 Aggiornato il 9 Nov. 2022 alle 11:51

    Un nuovo capo di accusa per Marco Bianchi, già condannato all’ergastolo per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte a Colleferro: I carabinieri, su disposizione dei pm di Velletri, gli hanno notificato oggi l’atto di conclusione delle indagini per uccisione di animali, in concorso con il padre Ruggero. Marco Bianchi si è visto notificare il provvedimento nel carcere di Viterbo, dove è rinchiuso. “Maltrattamenti di animali” l’ipotesi di reato. A insospettire gli investigatori il ritrovamento, all’interno del suo cellulare, di alcune fotografie di animali morti, uccisi con un fucile.

    L’indagine della Procura di Velletri è partita dall’analisi di cinque telefoni dei due fratelli sequestrati nell’ambito degli accertamenti per l’omicidio di Willy, avvenuto nella notte tra il 5 e il 6 settembre 2020. Dal controllo di chat, immagini e video sono emersi due video del 2017 e del 2019 in cui veniva filmata l’uccisione di due animali un uccello e una pecora. Per gli inquirenti particolari utili a dimostrare “come l’indole violenta degli imputati sia una costante”. In un video si vede Marco Bianchi “mentre imbraccia un fucile da caccia e spara uccidendo un uccello già ferito”. “Ciò a sottolineare – specificano i carabinieri nell’informativa inviata alla Procura – la crudeltà della sua indole, questa volta rivolta contro gli animali”. Altre “scene di crudeltà nei confronti degli animali” sono state trovate su un secondo smartphone.

    “Con un’arma da fuoco da caccia – dicono i carabinieri – alla presenza del Bianchi che riprende con il cellulare in suo uso, viene fatto fuoco su di una pecora, provocando ferite e poi la morte dell’animale in modo piuttosto cruento, causando una sofferenza ingiustificata all’animale, accanendosi su di esso come a provare piacere in quella situazione, ciò a sottolineare la bassa sensibilità dei soggetti nei confronti di quello che normalmente può considerarsi aberrante”. Il padre di Marco Bianchi è indagato in quanto proprietario del fucile.

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