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    Esclusivo TPI: “Ti appendiamo al gancio come la carne e ti stupriamo”: il video shock di due ragazzini a Roma

    Di Selvaggia Lucarelli e Clarissa Valia
    Pubblicato il 26 Giu. 2020 alle 16:23 Aggiornato il 25 Nov. 2020 alle 09:46

     

    A neanche una settimana dall’inquietante episodio dei ragazzi di Udine con le magliette “Centro stupri”, è accaduta un’altra butta storia in cui la parola “stupro” viene utilizzata con l’arroganza di chi si crede impunito. La città è Roma. Protagonisti due ragazzi di 24 e 22 anni, Claudio ed Emilio, dipendenti di una nota azienda di carni (cugini, parenti dei titolari). Dall’altra parte c’è Alessandra, 20 anni, giovane e bella cosplayer di Palermo dai capelli blu. Ha un profilo Instagram seguito da 4mila persone in cui posta foto di tatuaggi e make-up, selfie, foto della sua vita. Due giorni fa, nelle storie, posta un breve video in cui fa una linguaccia con delle orecchie da gatta aggiunte con i classici effetti di Instagram. Dopo un po’ riceve un messaggio privato. È un video girato nella cella frigorifera di un’azienda di carni, ci sono i due ragazzi che camminano tra quarti di bue appesi ai ganci. Hanno entrambi le mascherine, Claudio si rivolge a Alessandra e dice: “Sai che te famo? Come la carne qui, t’appendemo a un gancio e te se stupramo!”.

    Alessandra rimane scossa ma decide di mostrare ai suoi follower la minaccia ricevuta. Naturalmente i commenti sono indignati e tutti solidarizzano con la ragazza. A quel punto l’altro ragazzo, Emilio, le manda un altro video, in cui questa volta parla lui: “Oh, sei repressa, hai rotto il cazzo a me e mio cugino, vuoi solo fa’ hype, hai rotto il cazzo, gli hai fatto pure chiude il profilo a mio cugino, sei una repressa, te regalamo una piotta basta che la smetti , pure due!”.

    Interviene poi un altro membro della famiglia (minorenne) che rincara la dose, attraverso una nota vocale inviata alla ragazza: “Quelli so’ servatici, so’ animali, so’ aggressivi, lo fanno co’ tutte, qui nessuno li licenzia, non je po’ succede un cazzo. Pure te, se metti quelle foto che possono provocare l’istinto maschile poi te le becchi ‘ste cose”.

    Contattata telefonicamente l’azienda, i titolari cadono dalle nuvole. “Li sospenderemo, queste cose sono inconcepibili, abbiamo visto i video e sono gravi, sono due stronzi e ora è giusto che parlino loro”. Vengono convocati entrambi in azienda, il primo a parlare è Emilio: “Era un gioco, era per scherzare, speravo che lei lo interpretasse in modo più scherzoso, non era sentita come frase. Era un commento interpretato come minaccia, ma non è che stupriamo le donne, ho fatto una cosa senza pensare. Mi prendo le responsabilità. Chiedo scusa alla ragazza, non siamo persone che fanno ‘ste cose, non siamo persone che hanno paura di perdere la faccia per ‘sta cose, ci prendiamo le conseguenze”. Interviene anche Claudio, quello che ha pronunciato la frase “Ti appendiamo come la carne e ti stupriamo”.

    “Il video è una cosa vergognosa, era un momento di goliardia stupida, siamo dispiaciuti. Non ho idea di come mi sia venuto in mente, ma ho capito subito che avevo fatto una grande cavolata, le vorrei chiede scusa. Ho fatto una cosa pietosa di cui mi vergogno. Il nostro parente minorenne è stato il più intelligente”. A questo punto replico che in realtà il minorenne le ha detto: “Se metti quelle foto provocanti poi certi commenti te li becchi”. Claudio replica: “Beh, tra me e lui è stato meglio lui”. Insomma, verrebbe da dire. Abbiamo anche sentito Alessandra che ci ha raccontato la vicenda nel dettaglio e come ha deciso di rispondere alle minacce di stupro ricevute dai ragazzi della nota macelleria.

    Alessandra, conoscevi questi ragazzi?
    Non sapevo nemmeno della loro esistenza. Non eravamo neanche in contatto su Instagram perché loro non mi seguivano, non sono tra i miei follower.

    Come ti sei accorta del video di minaccia?
    Come faccio giornalmente ho aperto le richieste di messaggi, quelli che arrivano dagli sconosciuti, e mercoledì mattina ho trovato questo video in risposta a una mia storia. Un video selfie normalissimo dove ho utilizzato un filtro facciale con orecchie e baffi da gatto.

    Come sono arrivati al tuo profilo?
    Ho una certa visibilità su Instagram, ma niente di particolare. Ho circa 4000 follower. Posto quasi giornalmente foto e storie, dipingo, faccio cosplay (mascherarsi emulando personaggi di fumetti o film, ndr), mi trucco.

    Ed è la prima volta che ricevi questo tipo di commenti?
    No, non è la prima volta che ricevo commenti un po’ scomodi o indesiderati ma mai come questo. Questa è una minaccia molto grave.

    Quindi come hai pensato di agire?
    Inizialmente ho ripostato il loro video nelle mie Stories, ma rendendolo visibile soltanto agli amici più stretti. Gli amici che hanno visualizzato la storia mi hanno fatto ragionare sul fatto che valesse la pena denunciarli, anche pubblicamente. Quindi ho deciso di condividere il video nelle storie, questa volta visibile a tutti. E da lì i miei follower hanno voluto condividere a loro volta questa storia. L’hanno condivisa in molti e il video ha girato molto. Finché dopo tutte queste segnalazioni è stato bloccato il profilo Instagram di uno dei due ragazzi. A quel punto ho ricevuto alcuni messaggi vocali da un altro loro parente minorenne, che tra le altre cose si è messo a dirmi che se io posto determinate foto me li vado a cercare certi commenti. E che non ci saranno conseguenze per i ragazzi.

    Che intendeva con “determinate foto”?
    Io ho stima del mio corpo e capita spesso che posto delle foto in costume da bagno ma non penso che sia questo a discolparli.

    Poi cosa è successo?
    Dopo qualche ora mi arriva un altro video dall’altro ragazzo che compare anche nel primo video, Emilio. Un altro cugino. E in quest’ultimo video dice che sono una repressa e che mi vuole dare una piotta (cento euro, ndr) per farmi stare zitta. Poi mi ha scritto un’altra ragazza dicendo che ogni tanto lavora con loro. E lei stessa mi ha detto di denunciarli perché spesso si comportano male, che quello che hanno fatto è inaccettabile e che si vergogna pure lei per quello che mi hanno fatto. Mi ha detto “denunciali perché faresti benissimo”.

    Ti ha dato coraggio e forza il suo messaggio?
    Sì esatto perché mi chiede di denunciarli nonostante lei li conosca.

    Come intendi procedere ora?
    Stavo cercando di capire meglio la situazione. Voglio sentire gli avvocati o comunque gente più esperta.

    Ti rivolgerai alla Polizia Postale?
    Sì, voglio raccogliere bene tutto il materiale.

    Che cosa pensi di tutta questa vicenda? Delle minacce verbali alle donne?
    A me piace apparire bene, guardarmi allo specchio e piacermi, agghindarmi. Uso le extension ai capelli, le ciglia finte, trucco pesante. E’ la mia personalità, ma una ragazza può essere bellissima anche senza trucco, senza seno, non conta. Sono una persona abbastanza forte e non mi sono lasciata traumatizzare da questa minaccia. Il fatto che abbia deciso di pubblicare il video è stato proprio per una questione di giustizia e per dare forza a quelle ragazze che invece hanno paura di denunciare.

    *Ha collaborato al montaggio del video Veronica Di Benedetto Montaccini.

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