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    “Nessuno mi ha aiutata, sono andata in ospedale da sola”: parla l’insegnante aggredita dalla madre di una sua alunna

    Di Giovanni Macchi
    Pubblicato il 28 Mar. 2023 alle 16:16 Aggiornato il 28 Mar. 2023 alle 16:17

    Lucia Celotto, insegnante del Liceo classico Plinio Seniore di Castellammare di Stabia, è stata aggredita in classe dai familiari di una sua alunna per alcuni voti bassi: i medici le hanno dato tre giorni di prognosi, oggi che è il quarto la donna – insegnante di inglese 61enne con 35 anni di carriera alle spalle – torna sull’accaduto parlando alla web tv La Voce della scuola.

    “Erano in quattro, tutti familiari. Sono entrati dal portone principale senza che nessuno abbia provato a fermarli. Davanti a tutti la madre di Francesca, una ragazza della prima del liceo Artistico, la sezione A. Poi il marito, la nonna di Francesca e un giovane. Hanno iniziato a cercarmi, aula per aula”. Una vera e propria spedizione punitiva conclusasi con un’aggressione, nell’indifferenza generale.

    Il giorno prima era stata convocata dalla preside, Fortunella Santaniello, che l’aveva informata delle proteste di alcuni genitori: “Mi accusavano di dare voti con due pesi e due misure, ai figli di presunti amici e ai figli di nessuno. Non potevo ascoltare quelle calunnie, ho trascorso una parte della vita a istruire ragazzi usciti dal carcere. Non credo nel potere della valutazione e sono piuttosto generosa nei giudizi. I ragazzi non sono numeri, ore di assenza, di ritardo, pagelle, sono storie e problemi”.

    Celotto ha raccontato anche i dettagli della “caccia” che le hanno dato i suoi aggressori: “Urlavano come forsennati, parolacce nei corridoi. La madre apriva le porte di tutte le classi e chiedeva: ‘Lei è la Celotto?’, e giù insulti. Sono saliti fino all’ultimo piano, per non perdere un’aula, e poi hanno iniziato a scendere le scale, fino al primo piano dove sta la mia A”. Sentito il trambusto nei corridoi è uscita e si è trovata di fronte la donna: “Aveva gli occhi pieni di odio. Non mi ha spiegato perché, non mi ha parlato di 4, di 5, ma è corsa verso di me riempiendomi di insulti. I ragazzi erano terrorizzati. Ha iniziato a colpirmi, schiaffi sulla testa, sulle spalle, in faccia”.

    Nessuno l’ha aiutata, nonostante fosse presente un collaboratore scolastico. Soltanto alcuni studenti hanno cercato di difenderla. “La preside non la sento da quel giorno – aggiunge – e al pronto soccorso sono dovuta andarci da sola. Nessuno mi ha accompagnata”.

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