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    Lecce, ristoratore subisce un furto e si scaglia contro i migranti: “Non ditemi che è giusto che muoiano in mare”

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 6 Mar. 2023 alle 16:56

    Lecce, ristoratore subisce un furto e si scaglia contro i migranti: “Non ditemi che è giusto che muoiano in mare”

    Antonio Torre, titolare del ristorante leccese la “Torre di Merlino” ha pubblicato sui social il video di un furto avvenuto nel suo locale per mano di un uomo di origine africana. Il ladro, una volta entrato nel ristorante, ruba un portafogli, ma le telecamere di video sorveglianza lo incastrano.

    Come riporta Repubblica, il titolare ha definito l’uomo come “una carinissima e preziosa risorsa”. Al momento del furto, il locale era aperto, ma i responsabili erano tutti in cucina e i camerieri impegnati nel servizio di sala.

    L’uomo si guarda intorno per vedere se ci sono telecamere, poi prende il portafogli, il denaro al suo interno ed esce. Così il titolare decide di pubblicare il video su Facebook, corredato da un lungo commento.

    “Questa carinissima e preziosa risorsa è entrata di soppiatto nel mio ristorante con l’intento di pagare i contributi delle pensioni degli italiani citando Elly: “non mi hanno visto arrivare” – scrive il titolare – ha prelevato la borsa di Manuela, ha gentilmente e accuratamente aperto il suo portafogli (di lei) ne ha preso l’incasso destinato a pagare i fornitori e gli stipendi e sempre accuratamente ha rimesso tutto a posto!!! Purtroppo la maggior parte dell’incasso era con carta elettronica (mannaggia Draghi)”.

    Poi, prosegue: “Ora non ditemi che è giusto che muoiano in mare, che è giusto che rimangano nei loro paesi”, scrive puntualizzando di non essere “razzista”. Frase che è bastata a far montare la polemica.

    “Un ladro è semplicemente, tristemente, fastidiosamente ma solamente un ladro. La sua nazionalità, la sua etnia (ed il colore della sua pelle in definitiva) non mette e non toglie nulla. Serve solo alla propaganda, quella si razzista”, scrive un utente.

    Nel comprendere di aver generato il caos, Antonio Torre prova a porre rimedio e risponde: “Non sono razzista credimi, ho adottato tanti bimbi a distanza e tanti lavoratori onestissimi, uno di questi è al mio fianco e gli voglio bene più che a un figlio, non è il colore che mi fa incazzare. Ma se li accogliamo, diamo loro una vita serena senza costringerli a rubare! Semplice no? Altrimenti che li accolga chi può permettersi un welfare migliore”, ha concluso il titolare.

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