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    Jovanotti risponde al professor Tozzi: “Li ho chiamati eco–nazisti perché lo sono”

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 11 Ago. 2022 alle 07:58

    “L’altro giorno ho chiamato ‘econazisti’ quei mitomani pericolosi che polarizzano violentemente la grande questione dell’ecologia dentro a piccoli brand personali non accreditati se non da loro stessi e dai like rimediati a vanvera. Li ho chiamati econazisti perché essi lo sono, serpeggia nei loro post (che sono un nuovo tipo di arma) e nelle loro minacce squadriste dirette e indirette questa idea di purezza assoluta da perseguire ad ogni costo. Esibizionismo, narcisismo patologico e intolleranza misti a disinformazione che è tipica degli assolutismi ideologici ottusi e potenzialmente violenti. Non c’entrano nulla con l’ecologia, anzi polarizzando la discussione in atto rendono impossibile ogni progresso, e non meritano nessuna risposta. Nessuno di loro è mai venuto a vedere cosa facciamo, neanche mascherato da ombrellone!”.

    Jovanotti ha risposto alla lettera che il divulgatore scientifico e conduttore Rai Mario Tozzi gli ha inviato (lettera originariamente pubblicata su La Stampa). La replica, condivisa in un post su Facebook, ha avuto infatti toni del tutto simili a quelli del duro sfogo con cui, la scorsa settimana, l’artista ha etichettato gli attivisti dei movimenti per l’ambiente come “eco–nazisti”.

    “Seguo il tuo lavoro di scienziato e di divulgatore da tanto tempo e mi ricordo quando nel 2019 hai difeso le nostre feste in spiaggia, non capisco quindi cosa sia cambiato nel frattempo. Così come nel 2019 tutto è stato fatto bene in collaborazione con WWF (io non ho competenze specifiche, loro ne hanno), anzi ancora meglio. Abbiamo tutti i permessi delle autorità competenti, locali, regionali e nazionali. Un lungo lavoro di monitoraggio e ricerca da parte del WWF nazionale che ha coordinato un team di tecnici ed esperti , ha scandagliato ogni metro quadro e valutato tutte le questioni perché tutto si svolgesse sempre in aree senza criticità ecologica di nessun tipo. Abbiamo lavorato un anno intero a studiare e poi applicare tutte le soluzioni possibili in quanto a raccolta di rifiuti, eliminazione di materiali non compostabili, pulizia preventiva e successiva agli eventi, perfino le frequenze sonore, attenzione ai dettagli, coinvolgimento del pubblico sui temi della sostenibilità, rispetto delle normative di legge. Io davvero, per quello che ho potuto verificare e fidandomi di gente esperta che ci affianca in questa avventura, non ho niente di cui pentirmi”.

    “Le spiagge dove suoniamo sono luoghi popolari sempre pieni di gente […], non andiamo mai, nemmeno una volta, in luoghi dove c’è la possibilità di nidificazione del fratino o presenza di caretta caretta o altre specie animali o vegetali protette”, ha proseguito il cantante; anzi, ha aggiunto, “la spiaggia di Lido di Fermo non è più “naturale” di Hyde Park o del prato di San Siro”. Per questo, ha concluso, «fare di Jova Beach Party un bersaglio ecologista è semplicemente assurdo. Questa cupezza da “Santa Inquisizione” che qualcuno vuole infondere al tema ambientale usando i JBP è controproducente soprattutto per l’ambiente”.

    Senza tralasciare l’invito al professor Tozzi a verificare di persona la bontà delle sue affermazioni: “Sei uno serio, sei uno che sa le cose e le sa anche comunicare – premette Jovanotti -: io ti invito a vedere di persona quello che facciamo, dove vorrai, ti offro anche della frutta fresca in contenitore compostabile, o una birra al tramonto se vorrai”.

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