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    Italiani all’estero che non sono scappati: “È possibile tornare in Italia senza violare la legge?”

    TPI.it riceve e pubblica la lettera di Sara Gandolfo, italiana che vive e lavora a Parigi

    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 11 Mag. 2020 alle 12:50

    Italiani all’estero che non sono scappati: “È possibile tornare in Italia senza violare la legge?”

    Vi scrivo in quanto italiana all’estero, precisamente a Parigi. Vivo e risiedo qua da ormai 5 anni. Ho qua molti amici, ma tutta la mia famiglia è in Italia, tutti i miei veri e più stretti affetti. I miei genitori, i miei nonni anziani, mio fratello e la sua famiglia, i miei amici da una vita che sono una seconda famiglia per me. Non sono scappata a marzo quando hanno annunciato il lockdown in Francia, come tanti hanno fatto, perché avrebbe significato mettere in pericolo i miei genitori e me stessa, non sono scappata perché né le compagnie aeree né i trasporti pubblici erano in grado di gestire una pandemia e non avrebbero potuto garantire il mio viaggio in sicurezza, non sono scappata perché sono ho 29 anni e ho deciso io di vivere all’estero, non sono scappata perché non sapevo allora che queste restrizioni si sarebbero estese ancora, ancora e ancora.

    La Francia ha annunciato recentemente che le frontiere Schengen saranno chiuse almeno fino al 15 giugno, ancora. Sono in smart working da metà marzo, sono rinchiusa nel mio appartamento parigini senza terrazza e senza giardino da metà marzo, non mi sono mai sentita così priva di libertà, di scelta, di libero arbitrio. Mi sento in prigione. Non capisco perché non posso tornare nel mio Paese senza violare la legge. Non avendo più la residenza in Italia (dopo 1 anno all’estero devi trasferire la residenza secondo la legge, altrimenti devi pagare le tasse in entrambi i Paesi, Paesi in cui le tasse sono tante e molto alte), non posso usare il motivo di Rimpatrio. Inoltre, non ci sono voli, solo qualche Alitalia a 500 euro fino a Roma, ed io sono toscana.

    Non non capisco perché non posso tornare nel mio Paese, posso lavorare in smart working anche da lì, posso fare la mia quarantena di 2 settimane. Non capisco. Scrivere al consolato o all’ambasciata non serve, non danno informazioni utili, sembrano risposte generate automaticamente, e nei giornali non se ne parla. Eppure, siamo in Europa e siamo nel 2020, e basta guardare le statistiche degli italiani all’estero, siamo tantissimi. Ma dov’è l’Italia ora per noi? Siamo italiani anche noi. È il momento di parlare di noi.

    Sara Gandolfo

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