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    Infanzia e Covid, Save the Children: “Povertà minorile nel 2020 al massimo storico degli ultimi 15 anni: quota record di oltre 1,3 milioni”

    Foto di Save The Children

    L'organizzazione rilancia la campagna Riscriviamo il futuro, per combattere la povertà educativa e digitale: "Bambini e adolescenti sempre più invisibili e soli"

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 7 Giu. 2021 alle 10:19

    La povertà minorile ha raggiunto nel 2020 il suo massimo storico degli ultimi 15 anni, con 1 milione e 346 mila minori – il 13,6 per cento dei bambini e degli adolescenti – in condizioni di povertà assoluta in Italia: ben 209mila in più rispetto all’anno precedente. A rivelarlo è il rapporto “Riscriviamo il Futuro – una rilevazione sulla povertà educativa digitale” pubblicato oggi da Save The Children, l’organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro.

    L’organizzazione rilancia oggi la sua campagna Riscriviamo il Futuro, che quest’anno vede proprio bambine, bambini e adolescenti come protagonisti assoluti, attraverso un Manifesto elaborato con il contributo dei ragazzi del Movimento Giovani Sottosopra, all’interno del quale si chiede agli adulti di provare finalmente a guardarli e che tutti possono firmare sul sito di Save the Children. Gli occhiali rossi sono il simbolo della campagna di Save the Children, che chiede a tutti di indossarli per veder finalmente meglio i bisogni, le esigenze e i desideri dei ragazzi.

    “Mettetevi questi occhiali, e guardateci!”, è il loro appello. “Siamo stati invisibili, sfocati agli occhi di chi ci ha guardato fino ad oggi. Abbiate il coraggio di aprirvi al nostro punto di vista, per vedere sia le nostre capacità che le nostre difficoltà e fragilità. Dal valore che darete loro, dipenderà il presente e il futuro di tutti noi. Indossate questi occhiali e guardate il futuro, guardate noi”.

    Secondo il rapporto il dato della povertà minorile è destinato a crescere con la crisi economica generata dal Covid ed è dovuto, in larga parte, all’aumento consistente del numero di genitori che hanno perso temporaneamente o definitivamente il lavoro, 345mila durante l’anno trascorso, e la conseguente diminuzione delle loro disponibilità economiche.

    Il rapporto mette in evidenza anche a povertà educativa e la dispersione scolastica, che sono aumentate a causa della chiusura e l’apertura a singhiozzo delle scuole, la mancanza di strumenti e di abitazioni idonee a seguire la didattica a distanza. Gli studenti, sottolinea il comunicato stampa di Save The Children, “dietro a quegli schermi di tablet e pc, si sono sentiti spesso spaesati e invisibili al mondo degli adulti, non ascoltati e presi in considerazione nelle loro difficoltà e nella frustrazione di non saper immaginare un futuro”.

    Secondo quanto emerge dall’indagine pilota condotta da Save the Children,  una percentuale significativa di studenti intervistati mostra evidenti lacune nella conoscenza e l’utilizzo degli strumenti tecnologici, nonostante nell’ultimo anno abbiano vissuto in una “dimensione digitale”. Un quinto dei ragazzi che hanno partecipato all’inedita “Rilevazione sulla povertà educativa digitale” di Save the Children non è ancora in grado di eseguire semplici operazioni utilizzando gli strumenti informatici, come condividere uno schermo durante una chiamata con Zoom (11 per cento) o scaricare un documento condiviso da un insegnante sulla piattaforma della scuola (29,3 per cento).

    “È proprio dalle bambine, dai bambini e adolescenti che abbiamo voluto partire, ascoltando le loro esigenze e amplificando la loro voce, per farli uscire dall’invisibilità in cui si sono sentiti relegati nell’ultimo anno e fare in modo che diventino protagonisti della ricostruzione del tessuto sociale del Paese”, dice Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children. “Ora è il momento di agire in maniera decisa per rilanciare il futuro dell’Italia ripartendo dalle giovani generazioni. L’ascensore sociale che fino a qualche anno fa era fermo, ora sembra addirittura avere invertito la rotta e rischiamo che i nostri ragazzi debbano abdicare al loro domani. Non possiamo permettere che questo accada e per invertire la rotta è necessario partire dal sistema educativo e dalle diseguaglianze che contribuisce a generare”.

    “Oggi non possiamo perdere l’occasione del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, che deve mettere al centro il diritto all’educazione di qualità per tutti, portando a sistema le migliori esperienze realizzate sul campo e che tenga conto della trasformazione digitale in atto. Nell’ultimo anno, infatti, a causa dell’isolamento che i minori hanno vissuto, chiusi in casa, senza le necessarie esperienze relazionali e un tempo-scuola tradizionale vissuto in presenza, sono emersi tutti i limiti delle loro conoscenze e competenze nel mondo digitale. Occorre pertanto agire non solo per garantire ai bambini e agli adolescenti l’accesso alle reti e agli strumenti tecnologici, ma anche e soprattutto per consentire loro l’acquisizione delle competenze digitali necessarie”.

    Leggi anche: “Caro futuro”: la video-lettera di Save the Children dedicata ai bambini, vittime silenziose della pandemia

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