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    L’immunologa Viola compra casa per una famiglia tunisina. Ed è polemica con la Cgil

    Credit: AGF
    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 12 Mar. 2024 alle 19:50 Aggiornato il 12 Mar. 2024 alle 19:52

    L’immunologa padovana Antonella Viola e il marito hanno ospitato per un mese in casa propria una famiglia tunisina rimasta senza dimora e costretta a dormire in auto. Poi hanno acquistato un appartamento e lo hanno dato in affitto alla stessa famiglia – padre, madre e due bambini – a una cifra “onesta”.

    La vicenda è emersa dopo che la Fillea-Cgil, in un articolo pubblicato sul giornale del sindacato Collettiva, si era attribuita il merito di aver risolto questa situazione di disagio abitativo insieme a Caritas e Avvocati di strada. A quel punto Viola ha deciso di rendere pubblica la storia sui social. E il sindacato si è scusato.

    “Avevo deciso di tenere questa cosa assolutamente privata e riservata, ma oggi l’indignazione è tale che mi sento di raccontare la verità”, scrive l’immunologa su Facebook. “Non ho mai visto la Cigl, né la Caritas né alcuna altra associazione. Ho speso tantissimo tempo nel girare di agenzia in agenzia per trovare una soluzione confortevole, rapida e alla portata delle mie risorse economiche”.

    “La situazione di questa famiglia l’abbiamo risolta io e mio marito, senza ricevere alcun aiuto”, sottolinea ancora Viola. “Ho voluto farlo in silenzio perché le cose importanti non si fanno per raccontarle ma per il loro valore. E mai ne avrei parlato se non avessi letto queste falsità. Assurdo speculare sul dolore. Assurdo prendersi meriti inesistenti”.

    La Fillea-Cgil, come detto, ha ammesso l’errore: “L’articolo era scritto male, lo abbiamo corretto, la professoressa Viola ha ragione: ci siamo interessati subito alla vicenda, ma la docente si è mossa autonomamente”, spiegano rappresentanti del sindacato al Corriere Veneto.

    “Non abbiamo mai voluto sapere chi fossero i benefattori, abbiamo avuto oggettiva difficoltà anche noi a trovare una sistemazione perché nessuno voleva dar loro una casa. Abbiamo fatto anche da filtro a tante richieste assurde di persone che volevano tenere i bambini della coppia, lasciando per strada i genitori… non volevamo attribuirci nessun merito, nella costruzione dell’articolo on line mancava il passaggio che Asma e la sua famiglia avevano trovato una sistemazione grazie a alla generosità di una privata cittadina, lo abbiamo aggiunto”.

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