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    Caro bollette: gli hotel fanno prezzi folli ma non è solo colpa del gas

    Dormire un paio di notti nelle grandi città italiane è ormai un lusso. Anche a causa della crisi energetica subìta dagli albergatori. Ecco tutte le cifre più clamorose da Roma a Milano

    Di Carmen Baffi
    Pubblicato il 25 Set. 2022 alle 16:16

    La bella stagione si è appena conclusa. Eppure, per dormire fuori casa, che sia per lavoro o per svago, sono richieste cifre esorbitanti. Basta aprire piattaforme come Booking.it e Airbnb per verificare i prezzi folli raggiunti dagli albergatori e locatori che affittano per brevi periodi in città come Roma, Milano, Firenze, Bologna. E non solo in centro città. A prescindere dalle stelle degli hotel e dai servizi offerti, i costi sono aumentati anche per i mesi di bassa stagione.

    Per prenotare una matrimoniale a uso singolo a Roma, in zona Prati, il prezzo varia dai 700 ai 15mila euro per tre notti. Ma basta filtrare i risultati in base al budget preferito per vedere l’andamento dei costi: è disponibile, infatti, solo una stanza nella fascia di prezzo 0-150 euro e ben 363 dai 600 euro in su. A Milano, il costo di una camera in un ostello parte dai 230 euro per sole due notti. Gli hotel a una stella, invece, sforano i 300 euro, 150 a notte per una matrimoniale. Ma chi vuole soggiornare a poche centinaia di metri dal Duomo arriverebbe a spendere cifre esorbitanti, fino a 19mila euro al Flat in Milan 1 per due notti, dal 23 al 25 settembre. Contattato da TPI, dal Flat in spiegano che la prenotazione avviene solo tramite Booking.it, e che «se la cifra è così alta è perché la stanza è già occupata. Se uno è disposto a pagare, si rimborsa a chi ha prenotato a un prezzo inferiore, e si riserva subito la stanza». Una specie di asta, la stanza va al miglior acquirente. In zona Corvetto, sempre a Milano, solo per il fatto di essere serviti dalla metropolitana, due notti in appartamento costano 18.130 euro. E ancora al London Hotel, due stelle, al telefono ci dicono che «una matrimoniale a uso singolo, è l’ultima rimasta, per sole due notti, giusto? Sono 660 euro».Anche a Firenze, i prezzi per due notti sono alti: la cifra più bassa riguarda un bed and breakfast a circa nove chilometri dal centro città, che fissa il prezzo per una camera a 203 euro. Anche in questo caso, come a Roma e a Milano, si arriva a un massimo di 6.345 euro per una Junior suite con due letti singoli, a un chilometro dal centro. A Bologna, invece, per soggiornare in una posizione comoda, concedendosi la possibilità di visitare il centro storico a piedi, bisogna partire da un minimo di mille euro. In zona aeroporto, si parte dai 400 euro. Scendendo verso la Campania, per un fine settimana a Napoli si parte dai 120 euro degli ostelli fino ad arrivare ai 3.035 euro per una stanza in un bed and breakfast nel centro storico. Il dubbio che i prezzi su Booking siano falsati c’è, soprattutto alla luce di quanto ci ha raccontato l’albergatore di Milano sulla modalità di prenotazione delle stanze. Contattata, la proprietaria del b&b nel centro storico napoletano, infatti, ci spiega che il prezzo è così alto perché nella struttura sono in corso lavori di ristrutturazione e ci rimanda al figlio, proprietario di un secondo b&b: «Io affitto su Airbnb – dice – ma se prenoti con me ti faccio risparmiare qualcosina, almeno i venti euro di commissioni che genera automaticamente l’app»: il prezzo a notte varia, comunque, dagli 80 ai 100 euro, in base ai giorni. Neppure in Costiera Amalfitana, nonostante il periodo di bassa stagione, i prezzi accennano a scendere, con una media per gli hotel a tre stelle che si aggira intorno ai 600 euro. Passando alle isole, in Sicilia, a Palermo, per tre notti in un bed and breakfast si parte da 144 euro fino ai mille per un soggiorno in suite. In Sardegna, invece, l’aumento dei prezzi sembrerebbe essere più contenuto: quello più alto è 666 euro per tre notti.

    Secondo i dati Istat, ad agosto 2022 i prezzi dei servizi ricettivi e di ristorazione sono aumentati del 6,4 per cento rispetto ad agosto 2021. Secondo il direttore generale di Federalberghi, Alessandro Nucara, i dati da prendere in considerazione sono quelli ufficiali: «L’Istat dice che l’aumento è del 6 per cento con un’inflazione media dell’8 per cento, quindi nel nostro settore l’aumento è stato inferiore». Nucara stenta a credere che per tre notti in un hotel a una stella il prezzo superi i 200 euro, senza comunque negare che i prezzi siano aumentati, «ma – dice – da qui a rappresentare il sistema alberghiero italiano come un sistema in cui ci vogliono mille euro per andare in albergo, io ci andrei cauto. Le confermo che esistono alberghi da mille euro, ma si può dormire fuori anche con 50 euro». E prosegue: «In Italia peraltro abbiamo 34mila alberghi, un milione di camere, si può scegliere abbondantemente dove andare a dormire attraverso le piattaforme di prenotazione. La situazione media del mercato non è questa, fortunatamente nel nostro paese ci sono le rilevazioni ufficiali». Poi, «se in questa settimana a Milano c’è una Fiera o c’è un appuntamento particolare che fa sì che i prezzi stiano salendo, magari è per quello».

    Di certo, secondo quanto verificato da TPI, sulle piattaforme di prenotazione online i prezzi sopramenzionati non sempre sono reali. «È ovvio che ad agosto dormire a Roma costava meno che a settembre. Sono andamenti di mercato normali», prosegue il direttore generale di Federalberghi. E alla domanda se, per caso, qualche albergatore faccia speculazione, dichiara: «Stiamo parlando di un settore che ha preso schiaffi da tutte le parti negli ultimi tre anni, gli alberghi chiusi o vuoti. Se si cercano casi di speculazione bisogna guardare altrove. La speculazione in questo momento la stanno facendo quelli che stanno alzando a dismisura i prezzi delle bollette, senza avere in parallelo un reale incremento del costo. Che gli alberghi facciano speculazione, no». Eppure, l’esempio dell’albergo di Milano che abbiamo contattato lascia pensare. Secondo Nucara, inoltre, bisogna tenere conto della presenza di manifestazioni o eventi nelle varie città italiane: «Anche a Londra per prenotare nei giorni dei funerali della regina, per trovare posto dovevi andare lontano e a prezzi altissimi».

    Non solo colpa del gas

    Che da quando Putin ha invaso l’Ucraina l’inflazione sia schizzata ai massimi storici è un dato di fatto, insieme al prezzo di carburante, gas, luce e altri beni, inclusi quelli di prima necessità, come il grano. Gli albergatori, infatti, hanno visto le spese a proprio carico triplicarsi in pochi mesi. Ma non solo: «Ci sono stati aumenti in buona parte legati al caro energia, che non è solo un “caro bollette”. Perché è aumentato il costo della lavanderia, il costo del pane, è aumentato tutto. In questi giorni arrivano fatture della lavanderia, che per un albergo è fondamentale, basti pensare a tutte le lenzuola e gli asciugamani, con aumenti che vanno dal 15 al 40 per cento. Non sono solo le bollette di gas ed energia elettrica che arrivano con un costo triplicato», spiega Nucara, il quale aggiunge che «secondo una nostra stima, siamo arrivati con la sola energia ad assorbire il 18 per cento del fatturato degli alberghi italiani, però, oltre a quello, abbiamo anche gli altri aumenti di costo, perché quasi tutto è trasportato, quindi risente dell’aumento di costo del carburante, e tutto viene poi trasformato, quindi richiede energia elettrica».

    Anche Giuliano Guida Bardi, vicepresidente di Federalberghi Sardegna e proprietario dell’hotel museo Miramare di Cagliari, spiega che anche in Sardegna, «gli aumenti ci sono stati e ci sono, ma sono contenuti. Nel mio albergo, che è piccolino, pagavamo 6-700 euro di gas al mese e 1.200 euro di luce circa. Siamo passati a 6.200 di gas e 5mila mensili di luce. Le spese sono cresciute di otto volte, mentre la spesa per gli acquisti quotidiani si è raddoppiata. Quindi, i prezzi che sarebbero dovuti aumentare del doppio, da noi sono aumentati del 20 per cento», conclude.

    I prezzi negli alberghi, dunque, aumentano sia in caso di aumento della domanda, sia perché le spese da affrontare per gli albergatori sono sempre più cospicue. Ma non tutti viaggiano per mero piacere, c’è chi è costretto a dormire fuori casa per lavoro a spese proprie. È giusto che ci rimettano tutti?

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