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    Guerra in Ucraina, Zuppi: “L’Europa fa troppo poco per la pace”

    Di Anton Filippo Ferrari
    Pubblicato il 21 Ago. 2023 alle 08:39 Aggiornato il 21 Ago. 2023 alle 08:40

    L’Unione Europea “fa troppo poco” per la pace in Ucraina, “dovrebbe fare molto di più. Deve cercare in tutti i modi di aiutare iniziative per la pace, seguendo l’invito di papa Francesco a una pace creativa”. Così il presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il cardinale Matteo Maria Zuppi, in un’intervista a Sussidiario.net prima di partecipare al Meeting di Rimini.

    Zuppi, su mandato di Papa Francesco, è da mesi impegnato in una delicata missione di pace per riaprire il dialogo sull’Ucraina. “Se è stato trovato un accordo sul grano, lo stesso si può fare per mettere fine alle ostilità”. E ancora: “Non possiamo mai abituarci alla guerra. La pace è sempre possibile, bisogna però volerla e andarla a cercare ad ogni costo, nei modi giusti e con forte determinazione”. Per risolvere il conflitto tra Ucraina e Russia “ci vuole la capacità di mettere insieme i vari attori, coinvolgendo tutti”. Inoltre, afferma il Cardinale “dovremmo cercare una ripresa dello spirito europeo, essere consapevoli di quanto questo sia indispensabile se vogliamo garantire ai nostri figli un futuro di pace”.

    Nel pomeriggio di ieri, 20 agosto, il Cardinale ha poi partecipato al 44esimo Meeting di Comunione e Liberazione per l’amicizia tra i popoli a Rimini, dove ha celebrato la messa di apertura. L’evento si concluderà venerdì prossimo con l’intervento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Quanto c’è bisogno di un mondo che diventa amico, e anche in cui ognuno può essere amico, costruendo comunione per l’intera famiglia umana”, ha detto Zuppi durante l’omelia. “Certo – ha proseguito – il sogno di un’amicizia di tutti i popoli, e lo sappiamo, si scontra con la tentazione di restare ripiegati su se stessi, o peggio di cercare sicurezza alzando nuove frontiere, con antagonismi e polarizzazioni che perdono l’insieme: è sempre pericoloso, perché vuol dire anche non capire e non aiutare a trovare le soluzioni”.

    Ma la pace, secondo il presidente della Cei, deve essere soprattutto giusta: “Tutti quanti vogliono la pace, perché la guerra è terribile. Le ragioni degli uni e degli altri, invece, portano purtroppo a punti di vista molto diversi. Queste diversità non devono far perdere a noi la chiarezza della responsabilità, dell’aggressore e dell’aggredito. Dobbiamo credere che ci sia un modo per arrivare a una pace giusta e sicura non con le armi ma con il dialogo. Questo non è mai una sconfitta e richiede garanzie e responsabilità da parte di tutti”.

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