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    “Guerini non ha controllo della Difesa, risponde alle logiche affaristiche della partitocrazia”: parla il segretario del sindacato dei militari

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 18 Mar. 2022 alle 12:06

    “I fatti di questi giorni e le chiarissime disposizioni dei vertici militari dimostrano oltre ogni dubbio che il ministro Guerini non ha alcun controllo sulla politica di Difesa del nostro paese ma risponde alle logiche affaristiche della partitocrazia che sorregge l’esecutivo. Le nostre forze armate sono tra le più male armate e anagraficamente vecchie (soldati la cui età media si attesta attorno ai 48-50 anni)”, lo afferma a TPI Luca Marco Comellini, Segretario politico del Partito per la tutela dei diritti dei militari, commentando le ultime dichiarazioni del ministro rilasciate sull’aumento delle spese militari e sull’impegno dell’Italia in guerra.

    “Negli ultimi decenni i militari italiani sono stati impiegati in attività che non hanno nulla a che vedere con i loro compiti istituzionali, quelli propri della difesa della Patria, e ciò al solo scopo di dimostrarne l’esistenza con conseguente e ingente spreco di risorse economiche sarebbero dovute servire a garantirne l’addestramento e la prontezza operativa”, prosegue Comellini.

    “Le nostre forze armate sono ostaggio delle velleità politiche e di carriera dei vertici militari tutti. Dal 1° aprile 2009 quando in audizione presso le Commissioni difesa della Camera e del Senato, l’allora A.D. di Finmeccanica, Guarguaglini, avanzò la richiesta di maggiori disponibilità economiche per l’industria bellica si posero le basi per la legge di revisione dello strumento militare, che sostanzialmente prevede una netta riduzione della componente umana a vantaggio di quella delle dotazioni di armamenti, realizzata con l’approvazione della legge 244/12 (c.d. legge Di Paola) . L’evoluzione della crisi economica dal 2010 in poi ha avuto effetti devastanti sulla Difesa e non ultimo il fatto che tutti i ministri e governi che si sono succeduti hanno accuratamente evitato razionalizzazioni volte a eliminare gli sprechi ma hanno preferito continuare a incrementare la spesa militare senza alcuna programmazione e proiezione per il solo soddisfacimento delle esigenze momentanee o emergenziali”.

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