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    Guendalina Tavassi in aula: “Bastonata da mio marito, mi ha inseguito con una mazza da baseball”

    Di Giovanni Macchi
    Pubblicato il 20 Set. 2022 alle 08:22 Aggiornato il 20 Set. 2022 alle 08:23

    Guendalina Tavassi ha raccontato l’incubo vissuto a causa dell’ex marito, Umberto D’Aponte, nel corso del processo che vede imputato quest’ultimo per maltrattamenti in famiglia, lesioni aggravate e danneggiamento. “Mi ha inseguito con una mazza da baseball e mi ha preso a bastonate in testa, una volta mi ha persino rotto il naso lanciandomi addosso le chiavi dell’auto – le sue parole riportare da Il Messaggero -. Per convincermi a non lasciarlo ha finto di avere un attacco epilettico davanti ai nostri figli”, ha raccontato l’influencer difesa dall’avvocato Lucia Cristina Arquilla.

    La loro relazione è iniziata nel 2013, ma è degenerata soltanto due anni dopo. “Prima della nascita di Salvatore lui veniva a Roma solo nel weekend, ma quando si è trasferito sono iniziati i problemi: svariati tradimenti ed episodi di violenza dovuti alla gelosia era un continuo minacciarmi e denigrarmi anche davanti ai bimbi. Mi diceva che dovevo morire”, ha ricordato. “Lui dormiva e mi è arrivato un messaggio di una ragazza che mi riferiva di averlo visto con un’altra. Abbiamo litigato e ha spaccato il vetro della finestra, che è finito nella culla del bambino, che ha iniziato a piangere”, il racconto di uno degli episodi del 2017.

    Le forze dell’ordine sono intervenute più volte ed hanno raccolto le testimonianze dell’influencer. “I bambini che chiedevano al papà di fermarsi e piangevano. Lui faceva cose pericolose e non sapevo come fermarlo. Una volta mi ha rotto il naso lanciando le chiavi della mia auto: sanguinavo e mio figlio ha chiesto aiuto ai vicini urlando: “Mamma sta morendo”. Mi volevano ricoverare, ma sono voluta tornare a casa”. Poi la separazione, ma le violenze non sono finite e a subirle è stato anche il nuovo compagno, Federico Perna. “Eravamo in macchina e lui con altri due uomini lo hanno picchiato”. Per questo episodio l’uomo è stato in carcere tre mesi.

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