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    Roma, professoressa transgender verrà risarcita dalla scuola che la licenziò: “Fu discriminazione”

    Di Massimiliano Cassano
    Pubblicato il 16 Gen. 2023 alle 09:14

    Giovanna Cristina Vivinetto è una professoressa transgender, licenziata nel 2019 appena due settimane dopo aver preso l’incarico presso l’Istituto paritario Kennedy di Roma. “Dicevano che non fossi una brava insegnante”, spiega oggi, dopo che il Tribunale ha riconosciuto invece che quell’allontanamento fu dovuto a discriminazione di genere.

    “Ho vinto. Abbiamo vinto – dice la donna – un varco è stato aperto ed è da qui che possiamo fare entrare la luce. Sono una docente degna di rispetto. Sono una donna transgender degna di rispetto. Come dovrebbe essere in ogni caso”.

    L’esito della causa ha stabilito che la donna dovrà essere risarcita dalla scuola, che avrebbe illegittimamente interrotto il rapporto di lavoro con lei.

    “Mi tremano le mani – scrive l’insegnante in un post su Facebook – mentre condivido con voi questa notizia che ha dell’eccezionale: per la prima volta in tribunale è stato riconosciuto il peso specifico della discriminazione di genere all’interno di un rapporto di lavoro, che purtroppo nel nostro Paese è ancora diffusissima e non adeguatamente affrontata”.

    “In tutti i modi – aggiunge – hanno provato a screditare la persona e la mia professionalità. La loro difesa sosteneva non fossi buona insegnante, nonché persona sessualmente esplicita. Ci hanno provato ma non ci sono riusciti. Le loro testimonianze non sono state in grado di dimostrare il contrario, anzi si sono rivelate utili per rafforzare che non fosse la mia mancata professionalità il motivo del licenziamento”.

    All’epoca dei fatti, nel 2019, la scuola aveva escluso che il provvedimento fosse arrivato per via della transizione di Vivinetto. “Il giudice li ha smentiti su tutta la linea”, spiega ancora la donna, che riporta nel post uno stralcio della sentenza: “Le dichiarazioni non appaiono significative di un’effettiva inadempienza della professoressa Vivinetto ai propri impegni didattici. […] Inoltre appare quantomeno prematuro un recesso esercitato in così breve tempo, per motivazioni attinenti la scarsa capacità didattica, senza dare alla professoressa la possibilità di ambientarsi e di acquisire piena nozione dei piani didattici personalizzati da applicare ai propri alunni. […] Sicché può ritenersi adeguatamente provato che le ragioni che hanno indotto la società resistente a risolvere il rapporto di lavoro con la Vivinetto siano ascrivibili proprio alla sua condizione di transessuale”.

    Dopo il licenziamento Vivinetto ha insegnato in due scuole pubbliche di Roma: “Mi hanno accolta senza alcun problema e con la massima discrezione. A settembre scorso sono entrata di ruolo. Sto facendo l’anno di prova come docente specializzata sul sostegno. Per me è un’esperienza bellissima. Voglio restare al fianco delle persone con difficoltà e tenterò anche il concorso per diventare preside”.

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