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    Fumo vietato, Gino Paoli: “Fondo il partito dei tabagisti, lo Stato sbaglia. Fumando sono arrivato a 88 anni”

    Di Giovanni Macchi
    Pubblicato il 6 Mar. 2023 alle 11:27

    In arrivo il provvedimento del governo che vieterà di fumare all’aperto nei bar e ristoranti, parchi e fermate dei mezzi pubblici. Un divieto esteso anche alle sigarette elettroniche. Una stretta che ha scatenato le polemiche.

    C’è chi, come Gino Paoli, fumatore da decenni, intervistato da “La Stampa” prepara le barricate: “Le leggi scattano quando manca l’educazione, sono pronto a fondare il partito dei tabagisti”, ha detto.

    “Fonderò un partito e visto che in Italia ci sono 12 milioni di fumatori vincerei anche bene – ha detto Gino Paoli a La Stampa -. Poi cercherei di evitare imposizioni sul dove e quando fumare. Le leggi scattano quando manca l’educazione. Un tempo, specie fra altre persone, si chiedeva il permesso: scusate, do fastidio? Se la risposta era no, mica ti mettevi a farti gli affari tuoi nella carrozza di un treno”.

    “Se il fumo fa male? A 88 anni mi trovo nelle sue stesse condizioni. Gente che conoscevo e faceva una vita sana se n’è andata. Tragga le sue deduzioni”, aggiunge il cantante. “La sigaretta per me è un’abitudine, una dipendenza. Ma anche una specie di amico a cui chiedi di aiutarti. A un certo punto avevo smesso. Poi in un corridoio d’ospedale, dopo l’ictus di mio padre, ho ricominciato. Ero talmente depresso e l’unica cosa che mi è venuta è stata quella. Alla mia età devo anche ammettere che con quello che ho fumato ho avuto molto più che fortuna. Non fumo quasi più, se non con la sigaretta elettronica”.

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