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    Flavio Briatore contro il governo Meloni: “Tanti parolai, danno l’impressione di non azzeccarne una”

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 3 Apr. 2023 alle 08:41

    Flavio Briatore contro il governo Meloni: “Tanti parolai, danno l’impressione di non azzeccarne una”

    Flavio Briatore si scaglia contro il governo Meloni. In un’intervista al Fatto Quotidiano, l’imprenditore attacca la linea del nuovo esecutivo, accusato di non avere “null’altro da fare o da dire” al di là alle polemiche cavalcate degli scorsi giorni. Un “uomo del fare”, come lui stesso, “non perde tempo con lumache, carne sintetica, eccetera”. In sintesi “caro amico, tu mangia come vuoi e io come voglio”. Non solo: “Ti metti a perdere tempo con il fascismo, via Rasella eccetera. Allora a me viene un dubbio”, ossia “che tu non abbia null’altro da fare e da dire”. Temi come le Fosse Ardeatine sono secondo Briatore lontani dalle priorità del paese. “Sa che mio figlio Falco non conosce Patty Pravo?”, ricorda il 72enne cuneese. “Falco nemmeno sa di Patty Pravo, che è una grandissima nella storia della canzone, figurarsi che ne sa e gliene frega dell’eccidio. Non per nulla, non è proprio interessato”.

    “Mi deludono questi tanti parolai perchè danno l’impressione di non azzeccarne una”, ribadisce Briatore, secondo cui “questi politici aprono bocca così, per levarsi di torno i problemi veri. Per esempio dare casa a chi non ne ha”. Secondo l’imprenditore, socio di maggioranza del Twiga, è necessario fare “case popolari” e trovare “lavoro alla gente”.

    “Guarda che ti dico: penso che i politici non sappiano cosa sia il lavoro e non per colpa loro ma perché non hanno mai lavorato”, la risposta a una domanda su Ignazio La Russa. “Questa è la pura verità. Tutti: destra, sinistra eccetera. Dunque parlano di cose che non interessano per buttare la palla in tribuna”. La sua ex socia Daniela Santanchè, ora ministra del Turismo, si è invece “messa a lavorare e ha smesso di fare la prezzemolina in tv”. Ma Briatore dice di non conoscere gli altri esponenti dell’esecutivo, “a parte Maurizio Leo”, viceministro dell’Economia: “Lì siamo al top, poi stop”.

    “Sono sincero, mi sembra che non capiscano il senso delle cose. Noi col Pnrr, quella roba lì stiamo per fare una ciclopica figura di merda se, come leggo, rimandiamo indietro i soldi”, ribadisce. “Che figura”.

    Anche la fine del reddito di cittadinanza non allevia la delusione: “Macché, questi ragazzi hanno uno stile di vita strano, distante, diverso. Accettano di campare con poco (onestamente campano di merda, diciamocelo) ma non di fare lavori impegnativi, molte ore al giorno e avere un gruzzoletto rispettabile. Vogliono altro”.

    Il consiglio al governo? “Devono cambiare strada, parlare di meno”. E quindi “lavorare, inventare, creare, semplificare. No burocrazia, no ostacoli, no parole vuote”.

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