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    Fidanzati siriani si riabbracciano grazie ai corridoi umanitari | VIDEO

    Credit: Anna Ditta

    All'aeroporto di Fiumicino sono arrivati dal Libano 58 profughi siriani. La storia di Simon e Rodima

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 4 Giu. 2019 alle 16:03 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 02:36

    Fidanzati siriani corridoi umanitari

    Le tensione del viaggio, la preoccupazione, tutte le paure, si sciolgono in un abbraccio e in lacrime di gioia. È successo martedì 4 giugno all’aeroporto di Fiumicino, dove Simon ha potuto riabbracciare la sua Rodima.

    Lui, siriano di Homs, ha 25 anni ed è arrivato in Italia con un corridoio umanitario due anni e mezzo fa, insieme a suo fratello. Parla già un discreto italiano e lavora in un ristorante romano.

    Lei ha potuto raggiungerlo solo oggi, grazie al corridoio umanitario promosso dalla Comunità di Sant’Egidio, dalla Federazione delle Chiese Evangeliche e dalla Tavola Valdese, che ha condotto in Italia 58 siriani dai campi profughi del Libano.

    Il desiderio, come confida Simon a TPI durante l’attesa in aeroporto, è quello di restare a Roma e creare una famiglia insieme. Il resto lo raccontano le immagini del video.

    Simon durante l’attesa della fidanzata all’aeroporto di Fiumicino. Credit: Anna Ditta
    Simon e Rodima dopo l’arrivo dei corridoi umanitari a Fiumicino

    Fidanzati siriani corridoi umanitari

    “Mi commuovo a vedere questi due ragazzi”, ha detto Emanuela Del Re, vice ministra degli Esteri con delega alla Cooperazione internazionale, durante la conferenza stampa. “Questo è un progetto di vita, ed è la parte più bella di questo modo di gestire i corridoi umanitari: il fatto che c’è un progetto di vita e che l’Italia offre l’opportunità di un’esistenza migliore, con noi italiani e con i nostri figli che cresceranno con i vostri. Credo che non ci sia nulla di più bello che vedere i nostri figli crescere insieme”.

    Con loro saranno oltre 2.500 le persone accolte e integrate in Europa con un progetto della società civile totalmente autofinanziato, nato in Italia, ma poi adottato anche da altri Paesi, spiega la Comunità di Sant’Egidio.

    “I corridoi umanitari danno il segno di un’Italia unita intorno a voi”, ha detto Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio. “E mostrano la grande tradizione umanistica, civile e cristiana del nostro paese, perché voi siete accolti da alcune realtà cristiane e dalle istituzioni del nostro paese. Tutta l’Italia è d’accordo sui corridoi umanitari, e non è poco, perché con questi corridoi si dimostra che fare bene il Bene è possibile”.

    Corridoi umanitari: cosa sono e come funzionano

    Qui la diretta di TPI dalla conferenza stampa all’arrivo dei profughi siriani coinvolti nel corridoio umanitario:

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