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    Festival del giornalismo culturale, al via l’ottava edizione (9-11 ottobre 2020)

    “Cultura e scienza. Passato, presente. Lentezza, velocità”

    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 9 Ott. 2020 alle 14:11 Aggiornato il 9 Ott. 2020 alle 14:18

    Il Festival del giornalismo culturale, giunto ormai all’ottava edizione, propone quest’anno una riflessione sul rapporto tra scienza e cultura, in un tempo scandito dalla pandemia da Sars-Cov-2 che il mondo intero sta affrontando da mesi. Tre le lectio magistralis, che si svolgeranno nelle sedi del Festival a Palazzo Ducale a Urbino e nel Monastero di Fonte Avellana (PU). La prima, tenuta dallo scrittore Marco Malvaldi, andrà in scena venerdì 9 ottobre a Urbino mentre le altre due, tenute dal filosofo e teologo laico Vito Mancuso e dal fisico del Cern Guido Tonelli, si terranno sabato 10 e domenica 11 ottobre a Fonte Avellana.

    Tra gli ospiti del Festival, codiretto da Lella Mazzoli e Giorgio Zanchini e presieduto da Piero Dorfles, tanti nomi di spicco della cultura, della scienza e del giornalismo. Dal politologo Massimiliano Panarari al presidente dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna, fino allo scrittore Paolo di Paolo, al massmediologo Giovanni Boccia Artieri e all’esperto di marketing e pubblicità Paolo Iabichino, solo per citarne alcuni.

    “La scuola di giornalismo di Urbino, assieme all’Università Carlo Bo, della quale la scuola è parte integrante, investe fortemente nel Festival del giornalismo culturale – spiega Mazzoli – In particolare, quest’anno metteremo a confronto come s’informano gli italiani, grazie alla ricerca di NewsItalia, e gli statunitensi, con quella del Pew Institute Research”.

    Ma ci sarà spazio anche per gli eventi Festival Off, in collaborazione con SVIM Sviluppo Marche, con protagonisti del calibro di Quirino Principe, Ludovico Bramanti e Massimo Bray. Durante il Festival ci saranno workshop dedicati ai ragazzi della provincia di Pesaro e Urbino e visite guidate ai luoghi della scienza nelle Marche, come l’università di Urbino e il museo del Balì.

    “La scelta degli ambienti probabilmente porterà a dare del Festival un’idea più compatta – sottolinea Zanchini – Il virus ci ha imposto delle restrizioni ma avremo un’occasione unica di confrontarci su tanti temi e su uno in particolare: come sono stati informati gli italiani durante l’emergenza Covid”. Il Festival sarà in parte in presenza e in parte in streaming, grazie alla società Videotrends, e per partecipare ci si dovrà iscrivere tramite il sito: www.festivalgiornalismoculturale.it compilando un format di registrazione. Sarà obbligatoria la mascherina, sarà garantito il distanziamento e all’entrata sarà misurata la temperatura. Inoltre, grazie all’applicazione active-viewer messa a punto da Digit Srl, spin-off dell’Università di Urbino, sia chi seguirà online, sia gli spettatori presenti potranno vedere sul proprio cellulare le diapositive  proiettate durante la giornata inaugurale, collegandosi al link http://bit.ly/scienza-cultura.

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