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    Deborah aveva denunciato 19 volte l’ex marito che poi l’ha uccisa. 19 volte. Cosa serve per mettersi al sicuro?

    Deborah Ballesio è stata uccisa dall'ex marito Domenico Massari
    Di Giulio Cavalli
    Pubblicato il 15 Lug. 2019 alle 14:09

    Il femminicidio di Savona: Deborah aveva denunciato 19 volte l’ex marito

    Il femminicidio di Savona – L’ennesimo femminicidio. Ancora. L’ennesima volta in cui un uomo non accetta di essere lasciato e decide di bagnare l’ex matrimonio con il sangue. La morte di Deborah Ballesio è la fotografia di un Paese che non riesce a difendere le nostre donne nonostante i manifesti di nazionalisti di ogni sorta che invadono le mura della città.

    L’ennesimo femminicidio che, come la stragrande maggioranza dei casi, ha l’assassino in casa, quell’ex marito da cui Deborah non riusciva a liberarsi: lei sapeva che sarebbe andata a finire così, l’aveva anche scritto in un manoscritto dato a un amico.

    Anche Deborah, come tante altre donne uccise, aveva denunciato il suo ex marito Domenico Massari, che l’ha uccisa mentre lei si stava esibendo al karaoke sul palco dei Bagni Acquario di Savona.

    Dicono i documenti che sono ben diciannove le denunce della donna. Diciannove volte in cui ha cercato aiuto nella Giustizia. Diciannove volte Deborah Ballesio ha raccontato il suo dramma dentro una caserma e chissà se davvero non ci ha sperato, almeno nelle prime occasioni, che cambiasse qualcosa, che intervenisse qualcuno. E chissà come si è presentata le ultime volte, quando aveva capito perfettamente che la vendetta sarebbe arrivata e che non sarebbe bastato il divieto di dimora per fermare tutto quell’odio e tutta quella rabbia.

    Del resto Domenico Massari è lo stesso che nel 2015 appiccò un incendio al suo locale “Follia” di Altare, è lo stesso che incendiò anche la casa di Deborah a Plodio. Per questo l’uomo, ritrovato con delle ustioni sul corpo proprio davanti al locale, era stato arrestato e aveva patteggiato una condanna a 3 anni e 2 mesi di carcere.

    “Mi ricordo ancora perfettamente il primo carabiniere che mi disse: ‘Tranquilla, lui è solo uno che parla… Non ti farà nulla… Esageri’. Ogni tanto lo guardo da quassù, mentre fa la spesa, mentre porta fuori il cane… Chissà se si ricorda di me, delle sue parole; chissà se ogni tanto pensa che sta vivendo la sua vita. Quella vita che io ora non ho più. Tanto l’avrete già capito: io oggi forse… sono morta”, scriveva Deborah nelle sue memorie.

    Ed è sempre la stessa storia, sempre così tragicamente uguale che non si riesce a non esplodere di indignazione: una donna che denuncia e non viene presa sul serio, le forze dell’ordine che la invitano a tornare a casa, una vita di botte e vessazione che si spegne poco a poco fino al drammatico epilogo finale. Sarebbe da chiederci (e da chiedere alla classe dirigente di questo Paese) se davvero accadrà mai che vengano prima le donne con le loro grida in cerca di aiuto che finiscono zittite da uno sparo.

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