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    “L’esame di maturità è una sciocchezza”: studente di Padova rifiuta l’orale per protesta

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 7 Lug. 2025 alle 11:50 Aggiornato il 7 Lug. 2025 alle 11:50

    “Signori grazie di tutto, ma io questo colloquio di maturità non lo voglio sostenere. Arrivederci”. Con queste parole Gianmaria Favaretto, 19 anni, ex studente del liceo scientifico Enrico Fermi di Padova, ha comunicato ai professori della Commissione d’esame la volontà di non procedere alla prova orale. Parole arrivate poco dopo aver firmato il registro.

    Non si è trattato di un comportamento impulsivo né di un atto di ribellione fine a sé stesso. Come ha spiegato lo stesso ragazzo in un’intervista rilasciata al Mattino di Padova, la sua è stata una scelta consapevole, dettata da una riflessione profonda sul significato dell’istruzione e sul sistema di valutazione scolastica.

    Gianmaria aveva fatto i suoi conti: con 31 punti di credito scolastico, 17 ottenuti nella prova di italiano e 14 nella seconda prova, aveva raggiunto i 62 punti, sufficienti per il diploma. Ma il suo gesto non è stato solo frutto di un calcolo matematico. “Credo di essere il primo che fa una cosa del genere al Fermi”, ha dichiarato. E ha aggiunto, con estrema lucidità: “L’esame di maturità per me è una sciocchezza”, contestando un sistema che, secondo lui, non misura né la crescita personale né le competenze reali degli studenti.

    “Trovo che l’attuale meccanismo di valutazione degli studenti non rispecchi la reale capacità dei ragazzi, figuriamoci la maturità”, ha affermato. A suo avviso, il sistema scolastico è diventato una macchina che genera competizione, stress e pressioni spesso eccessive, più che un luogo di formazione. “In classe c’è molta competizione. Ho visto compagni diventare addirittura cattivi per un voto”, ha raccontato.

    La scena dell’addio all’orale non si è conclusa senza uno scambio. I membri della commissione, inizialmente spiazzati, hanno cercato di approfondire le motivazioni del ragazzo. “La presidente è stata rigida, mi ha detto che non sostenendo l’orale insultavo il lavoro dei docenti che avevano corretto i miei scritti”, ha raccontato Gianmaria. Ma grazie a un confronto più disteso con i professori interni, che lo conoscevano, è stato trovato un compromesso: ha risposto ad alcune domande di programma, ottenendo così altri 3 punti. Il suo esame si è chiuso con un voto finale di 65/100.

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