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    “Non tutti sono Draghi”: le regole dell’Aifa vietano il mix di vaccini per gli over 60 ma lui l’ha potuto fare

    Il presidente del Consiglio Mario Draghi. Credit: Ansa/Riccardo Antimiani
    Di Giulio Alibrandi
    Pubblicato il 25 Giu. 2021 alle 15:18 Aggiornato il 25 Giu. 2021 alle 15:26

    “Non tutti sono Draghi”: le regole dell’Aifa vietano il mix di vaccini per gli over 60 ma lui l’ha potuto fare

    “Draghi non è un cittadino qualsiasi, è il presidente del Consiglio. In un Paese normale ha il dovere di essere seguito clinicamente meglio di tutti”. Lo ha dichiarato negli scorsi giorni il membro del Comitato tecnico scientifico (Cts) del ministero della Salute Sergio Abrignani in un’intervista a La Stampa, dopo che lo stesso Mario Draghi, 73 anni, aveva annunciato che si sarebbe sottoposto anche lui alla vaccinazione eterologa, riservata dalle autorità sanitarie a chi ha meno di 60 anni.

    Martedì 22 giugno il presidente del Consiglio ha infatti completato il ciclo vaccinale con Comirnaty, il vaccino contro Covid-19 prodotto da Pfizer, dopo aver ricevuto una prima dose con il vaccino di AstraZeneca il 30 marzo. Durante una conferenza stampa tenuta la settimana scorsa, Draghi ha dichiarato di aver prenotato per il richiamo un vaccino diverso su consiglio del medico, dopo aver verificato che la risposta immunitaria innescata dalla prima dose era stata bassa.

    Una possibilità che non è prevista per tutti gli altri over 60, inclusi quelli che dopo l’annuncio di Draghi si sono rivolti ai centri vaccinali per chiedere di poter ricevere per il richiamo un vaccino diverso da quello di AstraZeneca. In questi casi infatti gli operatori sanitari sono stati obbligati a seguire le indicazioni dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa).

    Secondo la determina pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale con cui l’Aifa ha autorizzato la vaccinazione eterologa, i vaccini di Pfizer e Moderna “possono essere somministrati come seconda dose per completare un ciclo vaccinale misto, nei soggetti di età inferiore ai sessanta anni che abbiano già effettuato una prima dose” del vaccino di AstraZeneca. Come riportato oggi da Il Fatto Quotidiano, l’Aifa non si è limitata a dare una raccomandazione ma ha fissato l’età massima a cui è consentito fare un richiamo con un vaccino diverso da quello ricevuto con la prima dose. Una disposizione che non è stata applicata nel caso di Draghi.

    “Non tutti sono Draghi”, ha detto nell’intervista a La Stampa Abrignani, aggiungendo che “non ha senso che si mettano tutti a fare il test sierologico per misurare il livello di anticorpi, specialmente dopo la prima dose”.

    La scorsa settimana le autorità sanitarie hanno cambiato per la quinta volta da inizio anno le regole per la somministrazione di Vaxzevria, il vaccino prodotto da AstraZeneca associato a in casi rari a trombosi. Dopo un nuovo parere del Cts, il ministero della Salute ha deciso di consentire agli under 60 che non intendono ricevere la vaccinazione eterologa di fare il richiamo con AstraZeneca, su parere del medico e firmando un consenso informato.

    In precedenza le autorità avevano deciso di limitare l’uso del vaccino di AstraZeneca, utilizzato da diverse regioni negli open day aperti anche ai ragazzi di età superiore a 18 anni, dopo che alcuni casi di trombosi e il recente calo dei contagi avevano spinto molti esperti a riconsiderare il rapporto tra il rischio di incorrere nei rari ma gravi effetti collaterali (più alto tra i giovani) e il beneficio di proteggersi dalla malattia.

    L’uso del vaccino, su cui all’inizio della campagna vaccinale l’Italia e altri paesi europei avevano puntato per sconfiggere la pandemia, era già stato sospeso a marzo, dopo che erano emersi casi di trombosi in alcune persone vaccinate. Il Cts aveva poi successivamente indicato di somministrare il vaccino solamente alle persone di età superiore a 60 anni, dopo che l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) aveva dichiarato che i benefici che derivano dal suo utilizzo superano i rischi associati a possibili effetti collaterali. All’inizio della campagna vaccinale, l’Italia aveva invece limitato l’uso del vaccino alle persone di età inferiore a 65 anni, in attesa di dati che confermassero l’efficacia del vaccino per le fasce di età più anziane.

    AstraZeneca è anche al centro di una disputa legale con l’Unione Europea per i ripetuti ritardi nelle consegne del vaccino, che hanno pesato in maniera significativa sull’andamento della fase iniziale della campagna vaccinale.

    I repentini cambi di direzione rischiano di ostacolare la campagna vaccinale in un momento cruciale della lotta alla pandemia, in cui i paesi europei stanno tentando di accelerare la somministrazione dei richiami per contenere la variante “Delta” del nuovo coronavirus, del 60 percento più efficace nel trasmettersi rispetto alla variante Alfa (identificata per la prima volta in Inghilterra) e con un rischio 2,2 volte superiore di portare all’ospedalizzazione. La variante identificata per la prima volta in India e già diventata dominante in Regno Unito è infatti in grado di superare parzialmente la protezione data dai vaccini dopo la prima dose.

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