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    Due donne travolte e uccise in un campo. La cugina: “Erano con due amici, dove sono finiti?”

    A sinistra Hanan Nekhla, a destra Sara El Jaafari

    Un agricoltore, ritenuto responsabile di aver investito e ucciso le due giovani, è ora indagato per duplice omicidio colposo. Ma secondo gli inquirenti le ragazze non erano sole in quel campo

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 5 Lug. 2021 alle 10:12 Aggiornato il 5 Lug. 2021 alle 10:13

    Due donne di origine marocchina sono state trovate morte in un campo di mais a San Giuliano Milanese, vicino Milano. Hanan Nekhla, 32 anni, e l’amica Sara El Jaafari, 28 anni, sono state travolte e uccise da un mezzo agricolo. Hanan aveva dato l’allarme al 112, venerdì mattina, spiegando che entrambe erano state investite da una mietitrebbia. Un agricoltore, ritenuto responsabile di aver investito e ucciso le due giovani, è ora indagato per duplice omicidio colposo.

    L’uomo ha spiegato ai carabinieri di non essersi accorto di nulla. Il procuratore della Repubblica di Lodi, Domenico Chiaro, ha sottolineato che “si tratta, semplicemente, di un atto dovuto” per consentire all’uomo di partecipare con un proprio consulente, se lo riterrà opportuno, a accertamenti irripetibili come le autopsie sui corpi delle vittime, che si terranno oggi all’Istituto di Medicina legale di Pavia.

    Il fratello dell’agricoltore indagato: “Un incidente, non le ha viste”

    Come emerso successivamente, a travolgere le donne sarebbe stato un mezzo utilizzato per lo spargimento di insetticidi e non, come era emerso inizialmente, una mietitrebbia. Il mezzo è sotto sequestro e sono cominciate le analisi per individuare eventuali tracce biologiche delle ragazze e per avere conferma della compatibilità dei segni rinvenuti sui loro corpi con l’investimento.

    L’autopsia prevede anche esami tossicologici sulle vittime, in quanto la donna più giovane, quella che ha dato l’allarme, potrebbe aver anche inalato la sostanza irrorata, e questa potrebbe essere una delle concause della sua morte.

    Il fratello dell’agricoltore indagato, che lavora nell’azienda agricola di famiglia a Lacchiarella, in provincia di Milano, ha detto, citato da Skytg24 che si è trattato di “un incidente” e che il fratello “purtroppo ora è sconvolto”. “Non le ha viste”, ha aggiunto al telefono spiegando che il mezzo è molto alto e le piante di granoturco sono molto fitte.

    L’ultima chiamata ai soccorsi

    Hanan, la donna che aveva chiamato i soccorsi, si era espressa in arabo e le sue parole erano state tradotte da un interprete. Dopo la telefonata, che si era interrotta bruscamente, erano partite le ricerche, ma ci sono volute quasi 36 ore perché carabinieri e vigili del fuoco trovassero i corpi, in un campo al confine tra San Giuliano Milanese e Locate di Triulzi.

    Le due donne, entrambe di origine marocchina, sono state trovate sdraiate in un giaciglio di fortuna tra le piante di mais alte almeno 4 metri. Secondo i carabinieri, le due giovani potrebbero non essere state sole nel campo. Chi indaga infatti sta cercando di accertare l’eventuale presenza di altre persone, avendo trovato sul posto più di due telefoni cellulari.

    La cugina delle vittime: “Erano con due amici, dove sono finiti?”

    Sembrano confermare questa ipotesi le dichiarazioni di Meryen, 24 anni, cugina delle vittime, a La Repubblica e Il Giorno. Secondo quanto dichiarato dalla ragazza, le due giovani sarebbero uscite con due amici le notte tra giovedì e venerdì scorsi.

    “Hanan era da mia sorella, in provincia di Varese. Giovedì sera era tutto tranquillo, come sempre. Avevano cenato presto, dopo le otto, poi le ha iniziato a tirar fuori dei vestiti da spedire a casa, in Marocco”, ha raccontato. Dopo una telefonata di Sara, che le proponeva di fare qualcosa, Hanan ha deciso di uscire. Sara era con due marocchini che avevano conosciuto da poco, con cui sarebbe passata a prenderla. “Non so chi sono, non li ho mai incontrati, credo che li abbiano conosciuti su Facebook”, ha aggiunto Meryen.

    Il gruppo esce alle tre di notte, Hanan assicura che tornerà dopo un’ora. Ma l’indomati mattina, alle 11, telefona disperata ai carabinieri, dicendo di essere gravemente ferita, mentre Sara era già morta. “Hanan non era abituata a far tardi, era una ragazza tranquilla, sicuramente non aveva programmato di dormire in quel posto”, sostiene Meryen, che ora chiede di sapere la verità.

    Vogliamo che quei due ragazzi si facciano vivi, che spieghino come sono andate le cose”, dice. “Devono dire cos’ è successo e in che momento sono scappati. Quando hanno lasciato sole Hanan e Sara in quel posto inaccessibile erano ancora vive? Perché quei due sono scappati? Forse non avevano i documenti o forse dovevano nascondere qualcosa. Vogliamo capire dove sono finiti i due amici che erano con Hanan e Sara giovedì notte. Forse potevano aiutarle. Invece di lasciarle nel campo, potevano essere salvate”.

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