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    Dolomiti friulane, bloccati a 2000 metri con i sandali di gomma: 4 giovani recuperati con l’elicottero

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 16 Ago. 2023 alle 14:08

    A duemila metri, con i sandali di gomma. Incapace sia di continuare il sentiero, reso più difficoltoso da una frana, che di tornare indietro, un gruppetto di quattro persone con un cane di taglia media ha deciso di farsi recuperare dal soccorso alpino. È successo ieri, giorno di Ferragosto, sui fianchi del monte Rua. Come racconta Il Dolomiti il gruppo era partito in mattinata dal rifugio Pussa, in Val Settimana, con l’idea di fare un percorso ad anello. Arrivati a quota 2.000 metri, i quattro sono rimasti bloccati lungo un tratto franato: le loro calzature scivolavano sui sassi. Era già tardo pomeriggio, così gli escursionisti hanno deciso di chiamare il soccorso alpino. L’elisoccorso ha così sbarcato sul posto personale sanitario e tecnici per recuperare i quattro escursionisti e il cane con il verricello.

    Non è però la prima volta che l’elisoccorso si deve muovere per recuperare viandanti sprovveduti, anzi. Accade sempre più di frequente. Come ha spiegato Giuseppe Dal Ben, direttore generale dell’Usl1 Dolomiti al Corriere delle Alpi, nei primi sei mesi del 2023 37.254 chiamate al 118 con 7.812 missioni, di cui 58 con gli elicotteri. Tra le 651 persone che hanno chiesto aiuto, il 44% è rappresentato da escursionisti, cioè semplici camminatori. Tra questi il 14,6% si mette nei guai “per incapacità”, il 7,4% perché perde l’orientamento, il 2,8% perché si lascia sorprendere dal maltempo. Con una percentuale analoga di persone chiede che le si vada incontro “perché è in ritardo”.

    Soccorsi, insomma, non strettamente sanitari. “I volontari del Cnsas o gli elicotteri Falco 1 e Falco 2 ti vengono a prendere perché sei in difficoltà e il più delle volte ti portano all’auto o in albergo, anziché in ospedale. A questo punto è ovvio che l’escursionista paghi per la sua imperizia. E il conto è salato” ha spiegato il direttore Dal Ben. Dal 2020 l’Azienda sanitaria ha emesso 1.036 fatture per un importo di 2 milioni e 22 mila euro.

    E solo nei primi sette mesi di quest’anno gli amministrativi di Dal Ben hanno staccato ben 164 fatture per 409.156 euro. Fino alla fine del mese scorso, gli stranieri hanno rappresentato la maggioranza, col 54% degli interventi.

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