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    Il caso del deputato Pd che litiga in spiaggia e mostra il tesserino da parlamentare dopo l’arrivo della Polizia

    Foto dalla pagina Fb del deputato Pagano
    Di Donato De Sena
    Pubblicato il 10 Lug. 2019 alle 20:47

    Il deputato Pd litiga in spiaggia e mostra il tesserino da parlamentare

    DEPUTATO PD TESSERINO – Il deputato Pd litiga in spiaggia e mostra il tesserino da parlamentare dopo l’intervento della Polizia. È diventato un caso l’episodio di cui domenica mattina è stato protagonista in uno stabilimento balneare di Monopoli, in provincia di Bari, l’onorevole Dem Ubaldo Pagano. La notizia della discussione, molto condivisa e commentata sui social, ha fatto il giro della rete.

    A quanto pare il deputato del Partito Democratico ha litigato con i gestori della struttura per la sdraio che era stata prenotata da una sua amica. Ad un certo punto è intervenuta la Polizia, chiamata dagli addetti del lido, per riportare la calma. E l’onorevole ha tirato fuori il tesserino da parlamentare, “ma – dice lui – solo perché non avevo altri documenti”.

    Stando a quanto raccontato da Repubblica l’accesa discussione ha avuto luogo intorno alle 8.45, quando gli ombrelloni erano ancora prevalentemente chiusi, in uno dei più noti lidi di Capitolo, località del comune di Monopoli. Pagano sarebbe arrivato in spiaggia con moglie e figlia di 5 anni, chiedendo un posto in prima fila, che sarebbe stato prenotato da un’amica il giorno prima.

    “Ci hanno detto che non sarebbe stato necessario prenotare, ma arrivare in spiaggia molto presto”, avrebbe insistito il parlamentare, mentre l’addetto agli ombrelloni spiegava che quella fila era destinata ai clienti dell’hotel. All’onorevole sarebbe stata quindi proposta una soluzione alternativa: un ombrellone libero nelle ultime file.

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    Ma lui non avrebbe subito accettato e la discussione sarebbe continuata con toni accesi. Pagano avrebbe chiesto di parlare con la direzione dell’hotel ricordando della prenotazione dell’amica. Il responsabile dello stabilimento a quel punto avrebbe chiamato la Polizia, e solo allora, nell’attesa dell’arrivo degli agenti, avrebbe appreso che l’ospite del lido era un parlamentare.

    Quando è arriva la pattuglia dei poliziotti Pagano è stato identificato, e il suo caso è finito nella relazione di servizio: una caso banale che ha fatto il giro del web in poche ore. “Non ho urlato – ha ribadito poi il deputato Pd, come riportato ancora da Repubblica – e alla fine ho accettato l’unico posto disponibile, a ridosso delle cabine, lontano dal mare. Avendo una bambina piccola, il disagio è stato inevitabile”.

    Il tesserino da parlamentare in spiaggia, la versione dell’onorevole su Facebook

    Pagano ha parlato dell’accaduto sulla sua Pagina Facebook spiegando: “Dopo circa un’ora, dopo aver regolarmente pagato il servizio e atteso inutilmente il direttore dello stabilimento, siamo stati accompagnati a sistemarci all’ombrellone in penultima fila della conca, informandoci solo allora, con fare sfidante, che avremmo dovuto parlare con la polizia che era stata chiamata dal lido, non si capisce bene per quale motivo, visto che in nessun momento della discussione sono stati alzati i toni”.

    “Sono stato chiamato – ha detto il deputato – mentre ero in riva al mare dopo aver fatto il bagno (probabilmente più di un’ora dopo la nostra sistemazione) e mi sono recato pazientemente in reception dove ho incontrato due agenti della polizia che hanno potuto rilevare la mia assoluta pacificità, pur nel disappunto per la presa in giro subita. Solo a quel punto fornendo le mie generalità agli agenti ho mostrato come documento il tesserino di parlamentare non avendo portato con me la carta di identità”.

    “Vi chiederete – ha continuato Pagano – per quale ragione a fronte di tale trattamento equivoco sono rimasto in quel lido? Perché avevo promesso alla mia piccolina che avrebbe trascorso la giornata con il suo amichetto”.

    “Questa storia – ha concluso il deputato – dimostra che mi sono sempre comportato come ciascuno di voi senza mai abusare del ruolo istituzionale, anche in un momento di disagio come quello dove ritenevo di subire una presa in giro”.

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