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    Processo Cucchi, i periti del gip: “Ipotesi più probabile è morte per epilessia, ma senza frattura forse non sarebbe deceduto”

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 14 Giu. 2019 alle 11:45 Aggiornato il 14 Giu. 2019 alle 12:55

    Processo Cucchi, i periti del gip in aula: “Ipotesi morte per epilessia”

    Cucchi processo periti ipotesi morte epilessia – Stefano Cucchi sarebbe deceduto all’improvviso per epilessia. È quanto emerso durante il processo bis sulla morte del giovane romano, avvenuta nel 2009 nell’ospedale penitenziario Pertini, sei giorni dopo essere arrestato (qui la storia).

    Caso Cucchi: la ricostruzione di tutta la storia | Biografia | Processo

    A dichiararlo in aula sono stati i periti nominati dal gip per fare luce sulla morte del ragazzo, per il cui decesso sono indagati cinque carabinieri, tre dei quali per omicidio preterintenzionale.

    Gli esperti hanno affermato che l’ipotesi principale in merito al decesso di Cucchi è la “morte improvvisa e inaspettata in un paziente affetto da epilessia”.

    Tuttavia, uno dei periti, il professor Vincenzo D’Angelo, ha specificato che “Siamo nel campo delle ipotesi, non abbiamo certezze”.

    “C’è un vuoto tra il 21 ottobre di notte e il 22 ottobre 2009 – ha dichiarato D’Angelo – Il secondo momento è quello in cui si accorgono che Cucchi era morto, ma non sappiamo cosa accadde in quelle ore”.

    Ecco perché l’ipotesi definita come la più attendibile è quella della morte improvvisa e inaspettata.

    I periti, però, hanno anche proposto come seconda ipotesi più probabile quella della frattura traumatica sacrale.

    Questo è comunque un punto fondamentale del processo.

    Secondo i periti, infatti, se Cucchi “non avesse avuto la lesione, non sarebbe stato ospedalizzato e probabilmente la morte non sarebbe occorsa o sarebbe sopraggiunta in un altro momento”.

    In entrambi i casi, tuttavia, vi sarebbero state delle concause nel decesso del ragazzo, tra cui quella della dilatazione della vescica, che avrebbe provocato problemi cardiaci.

    Un’altra concausa formulata dai periti invece è quella malnutrizione.

    Al termine dell’udienza, svoltasi nell’aula bunker del carcere romano di Rebibbia, è arrivato il commento di Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano.

    “Ci sono voluti dieci anni, ma finalmente oggi per la prima volta sento un perito affermare che se Stefano non fosse stato vittima di quel pestaggio che gli ha causato quelle lesioni, non sarebbe mai finito in ospedale e quindi non sarebbe mai morto”.

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