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    Roma, in vendita case popolari Ater in Centro e nelle “zone di pregio”. I poveri andranno in periferia

    Credit: ANSA/MASSIMO PERCOSSI

    Il piano in una delibera approvata dalla giunta della Regione Lazio per far entrare liquidità nelle casse dell’Ater

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 4 Lug. 2019 alle 11:43

    Roma, vendita case popolari Ater in centro e in zone di pregio | Delibera Regione Lazio

    Roma vendita case-popolari Ater | La Regione Lazio ha approvato lo scorso 25 giugno una delibera per la messa in vendita delle case popolari Ater dotate di particolari requisiti.

    Il piano riguarda le case popolari “di elevato pregio”, situate nelle zone più centrali di Roma, come Testaccio, San Saba, Trastevere e l’Esquilino, ma anche quelle che si trovano più in periferia se dotate di un interesse storico o particolare valore architettonico o urbanistico, oppure se ben collegate con i trasporti e ben servite, come spiega in un articolo Romatoday.

    L’obiettivo per l’Ater è quello di fare cassa e avere abbastanza liquidità per ripagare i propri debiti.

    Il prezzo della vendita parte dal valore minimo di mercato stabilito dall’Osservatorio dell’Agenzia delle entrate, con abbattimenti fino al 50 per cento per i titolari di diritto di prelazione.

    Gli attuali inquilini, infatti, purché in regola con i pagamenti, avranno diritto di prelazione, così come i loro conviventi e i figli.

    Chi non potrà acquistare l’abitazione sarà invece trasferito entro cinque anni in una zona più periferica, lasciando la casa ai nuovi inquilini.

    Roma, vendita case popolari Ater: le critiche dei sindacati

    “Si vuole dare un altro duro colpo all’edilizia pubblica a favore della rendita e della speculazione”, è il commento di Asia Usb, sindacato degli inquilini e abitanti.

    “La Regione Lazio, agendo in piena coerenza con il piano casa Renzi/Lupi, mette in vendita – attraverso l’Ater – il patrimonio pubblico di pregio e non, prevedendo di spostare in periferia tutti coloro che non riescono ad acquistare, pur avendo i requisiti per l’edilizia pubblica”, scrive il sindacato sul suo sito. “Questo in violazione della legge 560/93 che tutela invece gli inquilini pubblici dalle deportazioni”.

    “Viene promosso un processo di ‘gentrificazione’ proprio da quelle Istituzioni pubbliche, Regione Lazio con la delibera 410 di luglio 2019 e Comune di Roma con la delibera 133 di luglio 2018, che invece dovrebbero tutelare i ceti popolari e quelli più poveri, proteggendoli dall’allontanamento dalla città consolidata”.

    Posizioni critiche sulla delibera sono state espresse anche dal Sindacato Unitario Nazionale Inquilini ed Assegnatari (Sunia) e dall’Unione Inquilini.

    Insieme ai Movimenti per il diritto all’abitare e all’Unione Inquilini, Asia Usb ha lanciato una mobilitazione il prossimo 10 luglio presso la sede del Consiglio regionale della Regione Lazio, in via della Pisana, per chiedere una legge che garantisca il diritto all’abitare.

    “La Regione Lazio sta per mettere mano alla Legge 12 e lo sta facendo senza un confronto chiaro con il territorio, con le città, soprattutto con Roma”, è la posizione del sindacato. “Nemmeno i sindacati degli inquilini sembrano coinvolti, tantomeno i movimenti e le realtà sociali impegnate da tempo nelle periferie sul diritto alla casa”.

    “Il 10 luglio dalle ore 11 saremo davanti il consiglio regionale alla Pisana per chiedere a tutte le forze politiche presenti che cosa intendono fare di fronte a tanta insipienza e pericolosa arroganza della giunta Zingaretti. Chiederemo formalmente un incontro con la commissione incaricata di esaminare il testo di legge e i capigruppo dei consiglieri regionali”.

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