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    Roma, Lucha y Siesta: “Il Comune chiede lo sgombero immediato. Non andiamo via, Lucha serve più dell’aria”

    Foto: Valerio Nicolosi
    Di Marta Facchini
    Pubblicato il 29 Ago. 2019 alle 14:58 Aggiornato il 17 Set. 2019 alle 12:15

    Le donne di Lucha y Siesta: “Comune e Atac hanno chiesto lo sgombero immediato”

    “Comune, Atac e Tribunale vogliono decretare la fine di una delle esperienze socio-culturali più preziose in città, e la soppressione del Centro e della Casa rifugio per donne che vogliono uscire dalla violenza più grande di Roma e della Regione Lazio”. Così le attiviste e femministe di Lucha y Siesta, centro antiviolenza e casa rifugio, commentano la decisione, presa da Roma Capitale, di provvedere allo sgombero del presidio territoriale, esistente da più di undici anni nel quartiere Tuscolano, che ha dato supporto e rifugio a più di mille donne che escono da situazioni di violenza e ai loro figli. Attualmente, nella struttura vivono quindici donne e sette bambini.

    >“Da 11 anni siamo al fianco delle donne, ora vogliono sfrattarci e la sindaca Raggi non ci risponde”: la storia del centro Lucha y Siesta

    Lo sgombero è stato comunicato ieri, mercoledì 28 agosto, con una lettera che ha annunciato l’interruzione delle utenze per il 15 settembre. Luca y Siesta si trova in uno stabile occupato di proprietà dell’Atac, l’azienda pubblica del trasporto romano il cui bilancio è in negativo, e la municipalizzata ha deciso di vendere l’edificio nell’ambito della procedura di concordato preventivo per risanare i suoi conti.

    “La brutale accelerazione delle procedure di sgombero, nonostante le inconsistenti rassicurazioni dell’ultimo anno, oltre a causare sconcerto e apprensione per il futuro tra chi vive nella struttura, fa supporre che esista già un acquirente”, scrivono le attiviste in una nota.

    “Da una parte quindi, il Comune di Roma, che fa della violenza sulle donne una vetrina politica, sceglie la precarietà dei bandi e lo svuotamento dell’approccio femminista al contrasto di questo fenomeno senza tutelare la prevenzione, la sostenibilità dei percorsi di fuoriuscita e la cultura che lo alimenta. Dall’altra l’Atac, affogato dai debiti per una storica cattiva gestione, svende il patrimonio a favore dei soliti noti speculatori”.

    “Dobbiamo pertanto mettere in conto che non solo le interlocuzioni avute si sono rivelate, alla prova dei fatti, solo bugie e manipolazioni, ma che questa città allo sbando è in mano a liquidatrici e a tribunali fallimentari. La politica ha abdicato alla sua funzione pubblica per nascondersi dietro procedure giudiziarie e burocratiche, preoccupandosi come sempre degli interessi di pochi piuttosto che del benessere di milioni di persone che ci vivono”, proseguono.

    “Da Lucha y Siesta non ce ne vogliamo andare, perché è necessaria più dell’aria”.

    Secondo gli ultimi dati elaborati dall’ISTAT, quasi 7 milioni di donne italiane dai 16 ai 70 anni hanno subito almeno una volta nella vita una forma di violenza:  20,2 per cento violenza fisica, 21 per cento violenza sessuale con casi nel 5,4 per cento di violenze sessuali gravi, come stupro e tentato stupro.

    Numeri sconvolgenti se si considera che a praticare le violenze sono stati partner o ex partner: su una cifra di tre milioni di donne, la violenza è avvenuta nel 5,2 per cento dei casi dall’attuale partner e nel 18,9 per cento dei casi da un ex compagno.

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