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    Covid, arriva la variante BF.7: perché stare attenti e quali sono i sintomi

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 2 Gen. 2023 alle 13:07

    Al momento la corsa del virus Covid si è fermata alla lettera Omicron, dopo essere passati, tra le altre, per le varianti Beta e Delta, protagoniste di altrettante ondate. Ed è Omicron praticamente il 100% dei casi di Covid in Italia, stando all’ultima flash survey dell’Istituto superiore di sanità pubblicata il 24 dicembre.

    L’attenzione, al momento, si concentra quindi sulle sottovarianti di Omicron, che si ramificano anche in ulteriori sottolivelli, meglio definiti sottolignaggi. I pochi dati giunti dalla Cina, citati anche dal ministro Schillaci nell’informativa di oggi alle Camere, parlano di una forte crescita di BA.7: sarebbe questa, “figlia” della sottovariante BA.5, a trainare lo tsunami di contagi cinese. Ma la sua presenza è minoritaria in Europa e in Italia in particolare, dove l’ultimo report Iss parla di una prevalenza inferiore al 10%, addirittura in calo rispetto al 14,6% della precedente rilevazione. Più preoccupante ‘Gryphon’, esotico nome di XBB.1.5, a sua volta figlia dell’incrocio di due varianti di BA.2.

    Secondo le prime valutazioni degli esperti non sarebbe più patogenica, ma potrebbe eludere meglio l’immunità da infezione o da vaccino, e per questo diffondersi più rapidamente. Ma anche in questo caso, l’Iss segnala una presenza ancora ridotta nel nostro Paese, solo 36 sequenze rilevate nell’ultima survey (su oltre 1.500 totali), 2 in meno della precedente rilevazione. Nella corsa continua delle sottovarianti per scavalcarsi a vicenda, quella al momento più “in forma” a livello globale è Cerberus, o BQ1: data in forte crescita anche da noi (sempre nell’ambito di Omicron).

    Al momento BF.7 è in forte crescita a Pechino, ma pure a Shanghai. Mentre risulta stabile o in riduzione in altri Paesi, anche quelli europei, come Francia Germania, Belgio e Regno Unito. Due esempi: negli Stati Uniti, dove si è diffusa come del resto in India, l’incidenza è passata dal 6,6 al 5,7%. E anche nel Regno Unito è diminuita dal 7% rilevato in ottobre.

    Ma è soprattutto in Cina che BF.7 sta trovando terreno facile e crea diversi grattacapi. Perché, come ha precisato al giornale Global Times il dottor Li Tongzeng dell’ospedale Xiaotangshan di Pechino, BF.7 “ha una maggiore capacità di fuga immunitaria, un periodo di incubazione più breve e una velocità di trasmissione più rapida”.

    Quanto ai sintomi, nell’infezione provocata da BF.7, “sono simili a quelli associati ad altre sottovarianti di Omicron: principalmente sintomi respiratori alle vie aeree superiori”, ha spiegato Mohammed. Quindi, se si viene contagiati da BF.7, ci si può aspettare soprattutto febbre, tosse, mal di gola, rinorrea (naso che cola), dolori muscolari e affaticamento.

    “In alcuni casi potrebbero insorgere anche sintomi gastrointestinali, come come vomito e diarrea”, ha aggiunto la scienziata. È stato accertato, infatti, che il coronavirus SARS-CoV-2 è in grado di invadere con efficacia le cellule intestinali come quelle dell’apparato respiratorio, grazie alla cospicua presenza del recettore ACE-2 (cui si aggancia la Spike).

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