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    Covid, Rezza: “L’Oms presto potrebbe annunciare la fine della pandemia”

    Credit: Mufid Majnun/Unsplash
    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 13 Mar. 2023 alle 17:42

    Covid, Rezza: “L’Oms presto potrebbe annunciare la fine della pandemia”

    Dopo tre anni e quasi 7 milioni di morti, l’Organizzazione mondiale della sanità potrebbe presto proclamare la fine della pandemia di covid-19. Lo prevede Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione presso il ministero della Salute, che in un’intervista a Il Corriere della Sera afferma che “molto probabilmente nelle prossime settimane” l’Oms “riunirà di nuovo il Comitato di emergenza che deciderà se il Covid vada considerato ancora come ‘Pheic’”, l’acronimo inglese usato per indicare un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale o “Public Health Emergency of International Concern”, proclamata l’ultima volta l’11 marzo 2020.

    Secondo il bilancio finale della Johns Hopkins University di Baltimora, che per tre anni ha raccolto dati in tempo reale da tutto il mondo, sono state 6.881.955 le vittime della pandemia, a fronte di 676.609.955 casi e 13.338.833.198 dosi di vaccino somministrate. L’università statunitense ha  interrotto il conteggio venerdì scorso, dopo aver raccolto in questi anni più di 2,5 miliardi di visualizzazioni. Una decisione, secondo Rezza, che “rispecchia la situazione, in qualche modo di normalizzazione, il che non vuol dire che non continui a esserci attenzione elevata, fino a quando l’Oms continuerà a considerare “Pheic” il Covid, anche se non ci sarà più il clamore e la visibilità di qualche anno fa. Ad ogni modo anche gli Stati, EDCD e Oms continuano a raccogliere i dati”, ha precisato.

    “Abbiamo fortemente abbattuto il numero di casi gravi, ma va mantenuta alta l’attenzione verso le persone fragili, anziani e individui più vulnerabili. A loro, soprattutto, si consiglia prudenza e si raccomanda di vaccinarsi”, ha detto Rezza. “Il ministero continua quindi a monitorare la situazione, mantenendo la sorveglianza, ma non c’è in questo momento un livello di allarme: l’impatto sulle strutture sanitarie è molto basso, l’incidenza di nuovi casi è relativamente bassa (41 casi su centomila abitanti)”.

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