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    Il Covid torna a correre, l’infettivologo lancia l’allarme: “La guardia è stata abbassata, sarà un inverno pesante”

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 30 Nov. 2023 alle 20:02

    Covid, l’infettivologo Andreoni lancia l’allarme: “Sarà un inverno pesante”

    Il Covid torna a correre: nelle ultime settimane, infatti, sia in Italia che in altri Paesi si è registrato un nuovo balzo dei casi, perlomeno quelli tracciati dal momento che ormai sono in pochi a fare il tampone.

    “Sarà un inverno pesante” ammonisce l’infettivologo Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit, Società italiana di malattie infettive e ordinario a Tor Vergata, in un’intervista a La Repubblica.

    “Quest’anno circoleranno le malattie stagionali, tipiche del freddo, alle quali si aggiunge il Covid. Non dobbiamo dimenticare che molte patologie negli anni scorsi erano praticamente scomparse, grazie all’uso delle mascherine e alle restrizioni varie, e ora ritornano, per il secondo anno. Parlo di influenza e sindromi para influenzali, di virus sinciziale per i bambini. C’è come una concentrazione di problemi, i ragazzi vanno incontro in un paio d’anni ad infezioni che avrebbero avuto in 4-5 anni di scuola” ha spiegato l’esperto.

    Il medico, poi, ha parlato anche delle polmoniti nei bambini registrate in Cina e Francia e causate dal mycoplasma pneumonia “Quelle ci sono tutti gli anni. Di solito ne vediamo alcuni casi ma non si diffondono in forma esplosiva. Per ora comunque il problema in Italia non c’è. Faccio notare che questo problema si cura con l’antibiotico, un macrolide che purtroppo è stato usato in modo demenziale in grandi quantità durante il Covid, cioè l’azitromicina che contro il coronavirus non ha alcun effetto. Potrebbe aver creato resistenze e quindi rendere più difficile la cura da infezioni da Mycoplasma pneumoniae”.

    Sulla diffusione del Covid che sta aumentando nelle ultime settimane, Andreoni afferma: “Mi dispiace un po’ vedere tanta gente che se ne va in giro anche se tossisce e starnutisce. È come se si stesse meno attenti anche rispetto agli anni precedenti all’arrivo del Covid, quando chi aveva un po’ di febbre e tosse se ne stava riguardato a casa. Adesso c’è una sorta di risposta al contrario, come se si volesse uscire comunque”.

    L’esperto, poi, aggiunge: “Nel 2023 sono morte 8.347 persone a causa di questa malattia. Nell’ultima settimana 235, cioè 30 al giorno. È come se questi dati non li guardassimo nemmeno più. Ma non si può dire che è finito. E nemmeno bisogna giocare sul fatto che adesso è ‘buono’ e meno pericoloso”.

    Andreoni, quindi, continua: “Intanto ricordo che ormai nessuno fa più il tampone, quindi la circolazione è sottostimata in maniera mostruosa. Dobbiamo proteggere i fragili, facendoli vaccinare, ma anche cercando di ridurre al massimo la circolazione. Restando a casa quando stiamo male e facendo un tampone, soprattutto se abbiamo in programma di andare a trovare un parente o conoscente anziano o fragile”.

    E sul fatto che il Covid ormai sia ritenuto meno pericoloso dell’influenza, l’infettivologo afferma: “I dati scientifici dimostrano che ha il doppio della mortalità dell’influenza, quindi non è vero. E comunque anche la malattia stagionale non può essere usata come sinonimo di problema blando. Anche quella per chi ha fragilità può essere pericolosa e infatti ormai da tanti anni facciamo campagne vaccinali per anziani e malati. Dobbiamo opporci alla tendenza alla banalizzazione”.

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