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    Ostia, gli “sposi killer” a processo: uccisero un ragazzo adescato su una chat di incontri

    I due sono stati condannati a 5 e 15 anni di carcere

    Sono stati chiesti 15 e 5 anni di carcere per i due colpevoli

    Di Beatrice Tomasini
    Pubblicato il 14 Mar. 2019 alle 15:24

    Adescavano vittime su una chat di appuntamenti allo scopo di derubarle. Naomi Caruso e Niko Caldiero, coppia di sposi entrambi ventenni, avevano messo a punto una vera e propria strategia criminale: anche Milon Sayan era caduto in trappola nell’ottobre del 2017.

    Il giovane bengalese, dopo essersi accordato con Naomi Caruso per un incontro di sesso a Ostia, si era recato all’appuntamento in via Enea Picchio trovando però la morte. Il 33enne, una volta finito in trappola, era stato derubato di soldi e cellulare (mille euro con cui doveva pagare l’affitto): all’appuntamento si era presentato anche Caldiero che l’aveva aggredito con un pungo facendogli sbattere la testa contro un marciapiede.

    L’individuazione della coppia era avvenuta solo a distanza di tempo, a maggio 2018, quando il caso era stato riaperto dal pm Marcello Cascini su richiesta del fratello della vittima che non aveva mai creduto all’ipotesi della morte accidentale prospettata in un primo momento.

    Grazie ai tabulati telefonici e alla ricostruzione degli spostamenti della vittima, gli agenti del commissariato di Polizia “Lido” sono riusciti a risalire ai colpevoli. I due giovani, che vivevano a Ostia ed erano in contatto anche con il clan Spada, sono stati incastrati proprio dall’Iphone 6 rubato al bengalese.

    Adesso è finalmente arrivato il verdetto: il pubblico ministero Cascini ha chiesto 15 anni di carcere per l’uomo e 5 per la donna contestando a entrambi  la rapina in concorso e per Caldiero anche l’omicidio preterintenzionale.

    Un piano diabolico che era già stato messo in pratica tante altre volte. Da quanto ricostruito, quel giorno i due giovani non si erano neanche preoccupati di aiutare il giovane agonizzante a terra e anzi preferirono derubarlo quando era già moribondo.

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