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    Concessioni balneari, dal 2024 gara per gli stabilimenti. Ecco perché conviene a tutti

    Di Claudia D'Urso
    Pubblicato il 18 Feb. 2022 alle 09:52

    Il Consiglio dei Ministri, riunitosi lo scorso martedì 15 febbraio a Palazzo Chigi, sotto la presidenza di Mario Draghi e del Sottosegretario alla Presidenza Roberto Garofoli, ha approvato l’emendamento al disegno di legge di concorrenza relativo alle modalità di affidamento delle concessioni demaniali marittime. La proposta, si legge nel testo, “mira a migliorare la qualità dei servizi con conseguente beneficio per i consumatori, a valorizzare i beni demaniali e, al contempo, a dare certezze al settore”. Le concessioni in essere, rimarranno pertanto in vigore fino al 31 dicembre 2023. A partire dal 1° gennaio 2024 saranno ad oggetto di procedure di gara ad evidenza pubblica volte a garantire la massima partecipazione di operatori economici interessati all’affidamento delle concessioni balneari che interessano i litorali presenti sul nostro territorio. Ciò, al fine di assicurare “un maggiore dinamismo concorrenziale del settore”: il Governo è delegato ad adottare entro sei mesi dall’entrata in vigore del Disegno di Legge Concorrenza, decreti legislativi aventi l’obiettivo di aprire il settore alla concorrenza, in considerazione delle sue peculiarità.

    La direttiva Bolkestein sul libero mercato dei servizi

    Era il 2006, quando fu adottata in Commissione Europea la famosa direttiva Bolkestein sul libero mercato dei servizi, che introduceva l’obbligo per gli Stati membri dell’Unione Europea di rimessa a bando di alcune concessioni pubbliche, come quelle balneari.  Frits Bolkestain era  commissario per la concorrenza e per il mercato interno. Soltanto nel 2010, la direttiva 123/2006 fu recepita nell’ordinamento giuridico nazionale dal Governo Berlusconi. L’obiettivo che si era posto all’interno della direttiva, consisteva tanto nella libertà di stabilimento di ciascuna impresa operante nel territorio europeo, quanto nell’ampliamento di alcuni settori al principio della massima partecipazione degli operatori economici e della trasparenza nella scelta dei potenziali candidati. Molte furono le proteste da parte delle categorie di imprenditori interessate dalla Direttiva Bolkestein, come tassisti, ambulanti e gestori di strutture balneari che volevano impedire la liberalizzazione del settore mediante la messa a bando dei loro servizi, destinatari di un sistema maggiormente voto alla trasparenza nella gestione di settori con elevati margini di profitto. Per l’effetto, decadranno al 31 dicembre 2023 tutte quelle concessioni che non sono state oggetto di affidamento mediante procedure ad evidenza pubblica, ovvero le gare europee, che potranno, per la messa a bando dei servizi ai sensi della normativa vigente, anche prevedere una suddivisione in lotti al fine di garantire la partecipazione nel mercato delle PMI – piccole medie imprese. Si ricorda che la mancata attuazione delle direttive europee, è motivo di una procedura d’infrazione da parte dell’Unione per inadempimento agli obblighi scaturenti dai Trattati Europei, in ossequio al principio di supremazia del diritto europeo sul diritto interno agli Stati membri.

    Concorrenza come sinonimo di efficienza

    Quali sono i vantaggi delle gare ad evidenza pubblica? Se l’economia è la forza motrice della storia, la questione della messa a bando delle concessioni demaniali marittime dovrebbe passare per quelle banali, se pur ostiche, nozioni di economia politica che affliggono qualsiasi studente di giurisprudenza al primo anno di università. Nell’economia dei mercati, in un mercato “ideale” come quello perfettamente concorrenziale, le imprese sono price takers,  non determinano quindi alcun prezzo del prodotto che dovrà essere uguale al costo marginale – il costo di un’unità aggiuntiva prodotta – in situazioni di equilibrio dove la domanda di un prodotto in un determinato settore sarà uguale all’offerta. Il concetto di concorrenza, come sinonimo di efficienza, è insito proprio in situazioni di mercato dove non sono le imprese a determinare il prezzo – e quindi price makers – come nelle situazioni di monopolio, dove il prezzo è superiore al costo marginale e determina nel lungo periodo il realizzarsi di extra profitti, con evidenti effetti distorsivi all’interno dell’economia di mercato ed un innalzamento dei prezzi. La messa a gara dei servizi balneari in concessione, consentirà proprio di premiare quelle imprese che offriranno a gara prezzi a buon mercato, e non eccessivamente elevati, tali da creare accessibilità del settore a tutti i consumatori. L’ampliamento del mercato ad un’ampia platea di imprese, anche del terzo settore, senza alcuna tipologie di barriere all’entrata o all’uscita, consentirà un miglioramento tanto dei servizi offerti dalle imprese interessate ad entrare nel settore, quanto l’attrazione di maggiori investimenti all’interno della penisola italiana. Oltre al libero accesso nelle spiagge, ed alla tutela dell’ecosistema, sono garantiti equi indennizzi a carico dei concessionari uscenti, qualora non abbiano raggiunto livelli remunerativi nella gestione dei servizi realizzati nel corso del rapporto concessorio.

    La previsione di clausole di salvaguardia

    All’interno del progetto, viene inserita, in ossequio alla normativa vigente in materia di contratti pubblici, anche la famosa clausola sociale, volta a salvaguardare i livelli occupazionali dei lavoratori all’interno del settore, nel limite della libertà di iniziativa economica ai sensi dell’art. 41 Cost. di ciascuna impresa. L’inserimento di questa clausola negli atti di gara delle concessioni consentirà, se applicata dagli offerenti, anche mediante progetti di assorbimento, di mantenere gli stessi livelli occupazionali preesistenti e minori rischi di instabilità dei lavoratori impiegati dal concessionario uscente.

    Stop al caro ombrelloni

    In conclusione, si auspica che l’approvazione di una riforma in questi termini apporti non soltanto maggiori investimenti nel settore terziario, ma anche una diminuzione del caro prezzi determinato da situazioni di abusi di rendita dominante da parte delle stesse imprese operanti nel settore, costrette a partire dal 2024, a partecipare mediante messa a gara delle concessioni, a procedure selettive simbolo di maggiore trasparenza e concorrenzialità. Le previsioni a tutela dell’ecosistema potranno anche consentire una maggiore salvaguardia dei nostri territori balneari italiani, che tutto il mondo ci invidia, senza dover troppo mettere mano al portafogli in nome di bellezze impagabili. Il rinnovamento del settore apporterà inoltre anche un aggiornamento dei canoni delle concessioni, alcuni del tutto irrisori a fronte di un caro prezzi che arricchisce più che lo Stato, soltanto alcune imprese.

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