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    Como, ragazzina di 13 anni violentata da due uomini perché voleva recuperare il suo cellulare

    L'hanno adescata portandole via il telefono, poi l'hanno trascinata in un appartamento e stuprata per una notte intera

    Di Maria Teresa Camarda
    Pubblicato il 10 Ott. 2019 alle 07:57

    Como, ragazzina violentata perché voleva recuperare il suo cellulare

    Una ragazzina di 13 anni, nata in Italia da genitori nigeriani, è stata violentata a Como per una notte intera da un ventenne, anche lui nigeriano, e da un suo amico. Per adescarla il primo ragazzo l’ha prima avvicinata per strada, poi le ha strappato il cellulare. Lei lo ha inseguito e, quando sono arrivati sotto la casa di lui, questi l’ha trascinata nel suo appartamento, dove in breve è arrivato l’altro. La ragazzina ha riferito di avere subito abusi sessuali da parte di entrambi.

    Soltanto alle sei del mattino, mentre i due dormivano, la vittima dello stupro ha avuto la forza di recuperare il cellulare e scappare a casa dalla famiglia, che nel frattempo aveva denunciato la scomparsa ai carabinieri di Cantù.

    Lei non ha raccontato subito quello che era successo: solo lunedì pomeriggio, al ritorno da scuola, ha avuto la forza di parlare della violenza sessuale con la Soltanto alle sei del mattino, mentre i due dormivano, la ragazzina ha avuto la forza di recuperare il cellulare e scappare a casa dalla famiglia, che nel frattempo aveva denunciato la scomparsa ai carabinieri di Cantù. Lei non ha raccontato subito quello che era successo: solo lunedì pomeriggio, al ritorno da scuola, ha avuto la forza di parlare della violenza sessuale con la mamma.

    La madre e due familiari sono subito andati a casa dei due, dove è nata una colluttazione che ha richiamato una pattuglia della Polizia. I due presunti violentatori sono stati portati in Questura, mentre la ragazza è andata in ospedale, dove i sanitari hanno confermato la violenza sessuale.

    Contestualmente i poliziotti hanno acquisito nell’appartamento teatro della violenza gli indumenti e le lenzuola che presentavano tracce evidenti della violenza.

    Sentito il Pm, la polizia ha disposto il fermo dei due.

    L’appello dell’assessore: “Stop al permesso di soggiorno”

    “La violenza sessuale è uno dei reati più meschini che esistano. Siamo arrivati addirittura, a Como, al rapimento e allo stupro di una bambina di 13 anni. I responsabili, due connazionali della giovane di 20 anni, meritano una pena esemplare”. È questo il commento di Riccardo De Corato, assessore a Sicurezza, Immigrazione e Polizia Locale della Regione Lombardia sul caso della ragazzina violentata a Como.

    “Si tratta di cittadini nigeriani regolarmente presenti in Italia: come previsto dalla legge quindi non venga più rinnovato loro il permesso di soggiorno, in quanto questo genere di reati sono ostativi a ogni tipo di rinnovo, e vengano rimpatriati”, prosegue De Corato. “Il Governo, tra i tanti accordi per i rimpatri, ne ha fatti anche con la Nigeria? Mi auguro che gli aguzzini della minorenne scontino la pena senza alcun tipo di riduzione e dopo vengano immediatamente accompagnati all’aeroporto”, ha concluso.

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