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    I lividi sul corpo della studentessa che accusa Ciro Grillo sono compatibili con una violenza sessuale

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 16 Nov. 2022 alle 16:24 Aggiornato il 16 Nov. 2022 alle 16:25

    Secondo la prima testimonianza in aula nel processo a Ciro Grillo per il presunto stupro di una studentessa italo-norvegese, i lividi sul corpo della ragazza sarebbero compatibili sia con la presunta violenza subita la notte del 16 luglio 2019 sia con eventuali cadute mentre faceva sport. Questo stando al parere della dottoressa Vera Gloria Merelli, della clinica Mangiagalli di Milano, che insieme ai due colleghi, la ginecologa Marta Castiglioni e la psicologa Laila Micci, visitò la giovane nove giorni dopo i fatti. La vicenda è nota: in una villetta di Porto Cervo in Costa Smeralda quattro ragazzi genovesi, amici d’infanzia, tra cui Ciro Grillo, avevano passato la serata insieme a due ragazze di Milano, dopo essersi conosciuti la sera prima in discoteca. Al ritorno delle vacanze una delle due giovani andò a denunciare ai carabinieri di aver subìto una violenza sessuale, da tutti e quattro, mentre la sua amica dormiva.

    La Procura di Tempio Pausania aprì rapidamente un fascicolo, e al momento risultano tutti imputati. Secondo la psicologa Laila Micci la studentessa “non ha ancora superato il trauma” ed è tuttora in cura. Micci ritiene che la vittima presenti le “tipiche sintomatologie delle vittime di uno stupro“. I consulenti della difesa presenti oggi come auditori non hanno potuto assistere all’udienza. Il medico legale Marco Savio e la psicologa forense Lucia Tattoli, chiamati in aula dal collegio difensivo per ascoltare le deposizioni dei tre medici della clinica Mangiagalli di Milano che visitarono la ragazza, saranno sentiti nel prosieguo del processo. La sentenza potrebbe slittare a dopo l’estate. Il tribunale, infatti, ha già fissato il calendario delle prossime udienze: 8 febbraio, 8 marzo e 12 aprile 2023.

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