Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Cronaca
  • Home » Cronaca

    Il primo furto a 11 anni, le aggressioni ai poliziotti: il passato di “Baby Gang”, arrestato per una sparatoria a Milano

    Di Giovanni Macchi
    Pubblicato il 7 Ott. 2022 alle 12:44 Aggiornato il 7 Ott. 2022 alle 12:50

    Per la prima volta in carcere Zaccaria Mouhib c’era andato a 15 anni, per aver picchiato un poliziotto: “Baby Gang”, questo il nome d’arte del trapper arrestato oggi per la sparatoria avvenuta in Corso Como a Milano lo scorso 4 luglio, in quell’occasione si difese dicendo di non essere stato il primo ad alzare le mani. Il suo passato è costellato di azioni criminali, certificate da una serie di provvedimenti giudiziari ed ammesse da lui stesso in una intervista a Vice: “Ora faccio musica e mi sto comportando bene – diceva – ma di quello che ho fatto io, qua in Italia, gli altri rapper non hanno fatto manco un quarto”

    Il primo furto l’ha commesso a 11 anni: fu portato in una comunità per minori a Torino quando nel 2012 fu sorpreso a rubare vestiti in un negozio. Da lì è iniziata la sua spola tra i centri per minori di mezza Italia: Rimini, Bologna, Brescia. I giornali si riferivano alle sue azioni come a quelle di una baby gang, da qui l’ispirazione per il suo nome d’arte. Ancora, nell’aprile del 2021 finisce nei guai per aver girato in strada a Milano un video musicale insieme al collega Neima Ezza: riprese senza autorizzazioni, alle quali hanno partecipato centinaia di giovanissimi radunati sui social nonostante il divieto di assembramento per le restrizioni dovute alla pandemia. La polizia intervenne per sgomberare l’area, e il caos che ne nacque culminò con un lancio di sassi verso le forze dell’ordine.

    A gennaio di quest’anno insieme ad altri rapper l’arresto con l’accusa di aver rapinato alcuni ragazzi nella zona delle Colonne di San Lorenzo: esce dopo un mese perché i giudici accolgono le istanze del suo avvocato, Nicolò Vecchioni, che sosteneva che né i riconoscimenti fatti dalle vittime né l’analisi delle celle telefoniche fossero sufficienti a giustificare una misura così forte. Dopo essere tornato in libertà annuncia di aver introdotto nel carcere illegalmente un cellulare e di averlo usato per fare alcune riprese poi utilizzate nella clip “Paranoia”. Fatto che gli costerà un’altra incriminazione, oltre a quella ad aprile per non essersi fermato in scooter all’alt di due poliziotti in via Costa, poi aggrediti calci e pugni. Fino alla notte di follia con le pistole in Corso Como, originata da una faida con un altro trapper, Baby Touche.

    Della sua vita Baby Gang ne ha parlato anche a Muschio Selvaggio, il podcast di Fedez e Luis Sal su YouTube. Ecco la puntata:

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version