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    Case a un euro, la pandemia risveglia l’interesse per i borghi italiani

    Il sito ha registrato un boom di visite nel 2020 e il 2021 promette anche meglio. La voce degli acquirenti: "Il Covid ha fatto riapprezzare le piccole cose"

    Di Paola Savina
    Pubblicato il 8 Giu. 2021 alle 07:21

    Sergio (così vuole essere chiamato) ci mostra il suo piccolo regno attraverso la telecamera dello smartphone. “Quella è la sola via di entrata e uscita, perché questo era un castello. Qua c’è la nostra casa in pietra e lì la piazzetta con un ristorante a conduzione familiare, da cui parte la stradina che ti porta per tutto il paese” sposta l’inquadratura e punta l’indice per mostrare ciò che descrive.

    Rotecastello, provincia di Terni. Quello che resta della fortezza medievale in cima alla collina. Ora ci abita Sergey, 45 anni, fotografo canadese di origini russe che ha spostato la sua vita qui un mese prima che il Covid sconvolgesse il mondo. La giornata si sta spegnendo e il concerto delle rondini è forte, copre a tratti le nostre parole. Nessun altro suono.

    Rotecastello in lontananza, immersa nel verde (foto di Sergey Tesker)

    Il richiamo delle piccole realtà

    Lui e sua moglie sono tra i tanti che hanno scelto di nuotare al contrario, di tornare alle origini, all’essenziale, ai piccoli paesi che 50 anni fa venivano abbandonati per le città. Dopo aver visitato molte volte l’Italia in macchina, nel 2017 la coppia incontra Maurizio Berti – responsabile del sito “Case a 1 euro”. Sergio scopre così il progetto, che sarebbe diventato sia il tema di una sua esibizione fotografica a Toronto nel 2018 che il motore di ricerca della sua nuova casa a Rotecastello.

    Poi il trasferimento dal Canada all’entroterra umbro, a fine 2019. Tempismo perfetto. Poco dopo scoppia la pandemia e Sergio non si sarebbe augurato di trascorrere questo intermittente lockdown da nessun’ altra parte. “Il Covid ha fatto rivalutare molti aspetti della vita. Dove si vive, come si vive, come si passa il proprio tempo. E ha fatto riapprezzare le piccole cose”. Sergio guarda sognante fuori dalla finestra della sua piccola rocca.

    Uno scorcio di Rotecastello, la via di accesso alla fortezza (foto di Sergey Tesker)

    E chi non ha avuto la fortuna di rifugiarsi in un luogo tranquillo e in mezzo alla natura prima dell’infausto febbraio 2020, durante quest’anno e mezzo di privazioni ha fantasticato su una vita più bucolica. Tre voci diverse ci hanno raccontato le esperienze e motivazioni personali che li hanno spinti a sfogliare l’elenco dei comuni del progetto Case a 1 euro: Sergey ha scelto l’Umbria, Salvatore e Alexandra la Sicilia.

    Sempre più click su Casea1euro.it e 1EuroHouses

    Una generale insoddisfazione per lo stile di vita frenetico e malsano dell’ultimo mezzo secolo ha già iniziato a crepare il terreno ben prima della pandemia. Tuttavia, il Covid sembra aver dato la scossa decisiva. Sempre più persone, costrette a lavorare su Zoom in pochi metri quadri all’interno di condomini metropolitani, si sono chieste se è quella la vita che vogliono, 365 giorni l’anno.

    La crescita di interesse per il ritorno alla vita nei borghi è provata dal numero di utenti che visitano i siti Casea1euro.it e 1eurohouses.com (la versione inglese), gestiti da Maurizio Berti. Basta pensare che nel 2020 le visite uniche sulla piattaforma internazionale sono quasi raddoppiate rispetto al 2019, con più di 750mila utenti. E il fenomeno non smette di crescere. Nel primo quadrimestre del 2021 i portali hanno di nuovo registrato quasi un per due rispetto allo stesso periodo del 2020, con un totale di circa 800mila visitatori.

    “Comprare in questi piccoli borghi è sempre conveniente” spiega Berti, elencandoci le possibilità di acquisto previste dall’iniziativa. “Le case che richiedono una ristrutturazione completa costano 1 euro. Ma ci sono anche case a prezzi diversi, fino a un massimo di 30mila euro, quando i lavori di recupero sono minori. Oppure case all’asta a partire da 1 euro”. Le opzioni sono varie, così come le esigenze degli acquirenti.

    Fabbriche di Vergemoli, Toscana. Ponte della dogana (foto di Sergey Tesker tratta dalla sua esibizione fotografica “One Euro Italy” di Toronto, 2018)

    L’amore per le origini

    Salvatore, 55 anni, di case a 1 euro ne ha comprate 18. Tutte a Cammarata, in provincia di Agrigento, dove è nato e dove ha trascorso l’infanzia. Cresciuto a Milano, ora vive sul lago di Costanza ed è chef in un ristorante. “Amo Cammarata e me ne prendo cura”, sono le parole di Salvatore e sono anche il nome di una delle pagine Facebook create da lui per dare voce alla sua causa.

    La passione per Cammarata Salvatore ce l’ha nel sangue, perché è il paese da cui proviene la sua famiglia. Ed è per le condizioni di degrado in cui versa il borgo, il cui centro storico è deserto da 60 anni, che ha deciso di investire in un piano di sviluppo.

    Il castello di Mussomeli, noto anche come Castello Manfredonico

    “Non sono stati abbandonati solo gli edifici, ma anche le memorie. La prima casa l’ho acquistata vicino alla Chiesa di San Giacomo, in pieno centro. Anche quella chiesa, che ha più di mille anni e che non aveva più un tetto, per ora è stata restaurata a mie spese. Forse con un crowdfunding si completerà l’opera”, racconta Salvatore. Lo scopo dei suoi investimenti è, attraverso un restauro conservativo, ripristinare l’antico decoro di Cammarata per richiamare un sano turismo. Tutto ciò, senza il progetto Case a 1 euro non sarebbe stato possibile, dice Salvatore: “è stata l’opportunità per realizzare il mio sogno”.

    Un rifugio per le vacanze

    C’è chi ha sfruttato l’iniziativa per un trasloco definitivo, come Sergio, o chi ne ha fatto una leva per risollevare un piccolo mondo, come Salvatore. E poi c’è chi ha trovato la sua seconda casa, in cui passarci qualche mese all’anno. Alexandra ne è un esempio. Imprenditrice inglese, vive vicino a Bath e gestisce un business online di alcolici.

    Fin dai primi viaggi in Sicilia, tra i suoi 20 e 30 anni, viene catturata dal fascino di questa terra. Alle soglie dei suoi 50 anni il richiamo della Trinacria si fa sentire. Ci torna insieme ad un amico, deciso a mostrarle il suo nuovo acquisto, costato solo 1 euro: una casa a Mussomeli.

    La chiesa di San Giacomo a Cammarata di sera

    “Sembrava un’idea un po’ folle, ma è da lì che è iniziato tutto”. Basta una camminata per il centro storico, dove le abitazioni a 1 euro sono ben riconoscibili grazie ad appositi cartelli all’ingresso e Alexandra identifica ciò che fa per lei: “Quelle due casette uguali, una vicina all’altra, è come se mi avessero parlato”.

    Alexandra spera di poter tornare a Mussomeli a giugno per iniziare i lavori di ristrutturazione. Nel frattempo, la nuova forma delle dimore ad oggi in disuso è già stata disegnata insieme a un architetto locale. “È un’idea win-win, si liberano case dove alcune persone non volevano più vivere e vengono rimesse a disposizione di una comunità globale che ne è invece attratta. È un richiamo per nuovi cittadini del mondo a venire qui per investire soldi, energie ed entusiasmo in questi luoghi dimenticati”.

    La rivincita dei borghi

    L’idea nasce più di un decennio fa dal sindaco di Gangi dell’epoca, per salvare il suo paese dall’incuria. Ma non riscuote successo. Ci pensa Sgarbi un paio d’anni dopo, nel 2008, a dare popolarità a questa iniziativa, rilanciandola sempre in Sicilia, ma a Salemi. Il fatto diventa mediatico, anche se ancora non decolla. Nel 2016 arriva la pagina web dedicata, che diventa di interesse globale nel 2018 grazie ad un servizio della Cnn sul tema.

    Case a 1 euro è partito in punta di piedi, ma pare aver ora intrapreso un percorso a velocità sostenuta: se l’interesse espresso sul sito nei primi quattro mesi del 2021 rimanesse costante tutto l’anno, si conterebbe quasi un milione e mezzo di navigazioni italiane e internazionali, cioè 4 persone su 10 in più rispetto al 2020.

    La pandemia è stata complice di questo sempre maggiore coinvolgimento online, di questa presa di consapevolezza, di questo desiderio crescente di un ritorno a un futuro più sostenibile? I numeri suggerirebbero un “sì” e anche le parole delle nostre testimonianze lo confermerebbero. Persino la voce delle rondini di Rotecastello, così potente e insolita per chi abituato al rombo piatto dei motori cittadini, sembrerebbe un invito.

    Chiesa di San Giacomo a Cammarata, prima della ricostruzione del tetto

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