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    Carola, l’Antigone dei nostri giorni, è libera: firmato il decreto di espulsione dal prefetto di Agrigento

    Carola Rackete, 31
    Di Claudia D'Urso
    Pubblicato il 3 Lug. 2019 alle 08:12 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 02:28

    Carola Rackete libera | Sea Watch 3 | Lampedusa | Carola Sea Watch | Ultima ora

    Carola Rackete libera – Primo giorno in libertà per la Capitana Carola che ha lasciato Agrigento.

    Il Gip di Agrigento, Alessandra Valla, ha sciolto la riserva: Carola Rackete, comandante della Sea Watch, torna ad essere libera. Non è stato convalidato il suo arresto: esclusi i reati a lei contestati di resistenza e violenza a nave da guerra, nonché di resistenza a pubblico ufficiale ex art. 337 del codice penale.

    Carola non aveva ottemperato all’ordine imposto dall’autorità pubblica circa il divieto di attracco e di sbarco presso il porto di Lampedusa. [Chi è Carola Rackete]

    Il giudice per le indagini preliminari ha escluso qualsiasi ipotesi di reato in applicazione di una causa di giustificazione, di cui all’art. 51 c.p., quale l’adempimento di un dovere.

    Le cause oggettive di esclusione del reato, secondo la dottrina, sono situazioni particolari, nelle quali un fatto, che di regola è vietato, viene imposto o consentito dalla legge, e quindi, non è antigiuridico, rimanendo in conseguenza esente da pena.

    Carola Rackete libera | Vite salvate

    Nel caso di specie, Carola Rackete avrebbe agito al fine di porre in salvo le vite umane dei migranti a bordo. Se non sussistevano i presupposti per il riconoscimento dello stato di necessità, in quanto erano stati prestati i soccorsi necessari a bordo al fine di salvaguardare le vite umane dei migranti a bordo della Sea Watch, il magistrato ha ritenuto applicabile la causa di giustificazione dell’adempimento di un dovere.

    L’obbligo di salvataggio in mare della vita umana secondo il diritto internazionale Secondo il diritto internazionale, vi è l’obbligo di salvataggio in mare della vita umana, in virtù di una consuetudine risalente nel tempo e posta a fondamento di numerose Convenzioni internazionali.

    Tra di esse, vale la pena citare la Convenzione per la salvaguardia della vita umana in mare (SOLAS – Safety of Life at Sea, Londra, 1974), la Convenzione sulla ricerca ed il salvataggio marittimo (SAR – International Convention on Maritime Search and Rescue, Amburgo, 1979), e la Convenzione ONU sul Diritto del Mare (UNCLOS – United Nations Convention on the Law of the Sea, Montego Bay, 1982).

    Carola Rackete libera | Le convenzioni internazionali

    Il principio di origine consuetudinaria e trascritto in numerose Convenzioni internazionali, assurge pertanto a principio cogente all’interno del nostro ordinamento giuridico, sia per ciascuno Stato che per i singoli comandanti delle navi, come Carola Rackete. L’art. 10 della Costituzione afferma infatti che l’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.

    Il Gip ha ritenuto quindi cogente tale consuetudine internazionale circa l’obbligo di prestare soccorso in mare, tale da riconoscere la sussistenza dei presupposti dell’art. 51 c.p., vale a dire l’adempimento di un dovere.

    Le Convenzioni internazionali, inoltre, al pari dei regolamenti europei, costituiscono un limite alla potestà legislativa dello Stato: in base agli articoli 10, 11 e 117 della Costituzione, il diritto internazionale e le Convenzioni internazionali sottoscritte dal nostro Paese non possono essere derogati da scelte di tipo discrezionale dell’autorità pubblica.

    Se il diritto penale per lo Stato viene considerato una sorta di Spada di Damocle, il Giudice ha il dovere di interpretare le leggi secondo un’interpretazione costituzionalmente orientata. La tutela della vita umana assurge a valore costituzionalmente rilevante tale da essere necessariamente rispettato non soltanto da ciascuna autorità pubblica, ma anche dalla Magistratura italiana.

    Nel giudizio di bilanciamento operato nel caso di specie, pertanto, è stata ritenuta lecita la condotta posta in essere dalla capitana Carola Rackete, circa il dovere imposto dal diritto internazionale di salvaguardare le vite umane e di prestare soccorso.

    Carola Rackete libera | Decreto di espulsione

    La Magistratura italiana non ha ritenuto quindi applicare alcuna misura cautelare di tipo personale e restrittiva circa la sua libertà personale, riconosciuta dall’art. 13 della nostra Carta costituzionale: Carola Rackete, l’Antigone dei giorni nostri, torna ad essere libera.

    Firmato il decreto di espulsione dal prefetto di Agrigento Il prefetto di Agrigento ha firmato al contempo il decreto di espulsione nei confronti di Carola Rackete, disponendo così un provvedimento di allontanamento dal territorio nazionale con accompagnamento alla frontiera.

    Il rischio della celebrazione di un processo, porterebbe infatti al vaglio della Corte Costituzionale il decreto sicurezza di Salvini, passibile di censure per palese violazione delle norme poste all’interno della nostra Carta fondamentale. Una questione di legittimità costituzionale, se sollevata in via incidentale dal giudice a quo, porterebbe necessariamente sotto la lente della Consulta la normativa tanto decantata dal Governo giallo verde.

    > Salvini attacca i magistrati dopo la scarcerazione di Carola Rackete: “Una vergogna”
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