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    Bruxelles, Antonio Panzeri si pente e collabora con i giudici: sconterà un anno

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 17 Gen. 2023 alle 19:47

    Bruxelles, Antonio Panzeri si pente e collabora con i giudici: sconterà un anno

    Antonio Panzeri ha deciso di collaborare con i magistrati belgi che stanno indagando sul Qatargate. L’ex eurodeputato ha firmato un accordo con la procura federale belga, in base al quale sconterà un anno di reclusione effettivo, sfruttando la legge belga sui pentiti. L’accordo prevede inoltre “una multa e la confisca di tutti i beni finora acquisiti, stimata attualmente in un milione di euro”.

    L’ex sindacalista è al centro dell’inchiesta sulle presunte tangenti pagate da Qatar e Marocco per influenzare la politica europea, esplosa lo scorso dicembre con l’arresto suo e di Eva Kaili, vicepresidente dell’europarlamento, poi rimossa.

    Panzeri, in carcere dal 9 dicembre, avrebbe finora confessato di aver versato a rate una somma tra i 120mila e i 140mila euro all’europarlamentare belga Marc Tarabella. In un interrogatorio del giorno successivo al suo arresto, del quale alcuni stralci sono stati allegati alla richiesta di revoca di immunità per Tarabella e il suo collega socialista Andrea Cozzolino, ha raccontato di aver dato “più volte il denaro in contanti” a Tarabella. “Consegnavo il denaro a Tarabella in luoghi diversi. Il denaro si trovava in sacchi di carta. È cominciato due anni fa”, riporta la documentazione, citata da Il Corriere della Sera, Il Fatto Quotidiano e il belga L’Echo. Panzeri ha detto di essere a volte accompagnato da Francesco Giorgi, suo ex collaboratore e compagno di Kaili. “L’iniziativa portava avanti in parlamento era un’iniziativa di lobbying e ovviamente cercavamo dei parlamentari che fossero disponibili ad appoggiare certe posizioni in favore del Qatar. In questo quadro alcuni parlamentari hanno appoggiato tali posizioni per semplice convinzione e io e Giorgi, a volte io da solo, qualche volta Giorgi, li abbiamo invitati ad una riflessione su queste posizioni”, quanto affermato da Panzeri.

    Secondo la procura belga, con la firma dell’accordo Panzeri si impegna a “rendere dichiarazioni sostanziali, rivelatrici, veritiere e complete” alla giustizia “in merito al coinvolgimento di terzi e, se del caso, al proprio coinvolgimento in relazione a reati” legati al caso. Il fondatore dell’ong Fight Impunity, al parlamento europeo per 15 anni prima con il Partito democratico poi con Articolo Uno, è stato denunciato per partecipazione ad un’organizzazione criminale in qualità di capogruppo, riciclaggio di denaro e corruzione attiva e passiva. La moglie e la figlia si trovano attualmente ai domiciliari in Italia e potrebbero presto essere consegnate alle autorità belghe, se anche la Cassazione dovesse confermare le decisioni della Corte d’appello di Brescia. La procura belga ha specificato che Panzeri rimarrà in carcere almeno fino alla prossima udienza per il riesame della custodia cautelare, previsto a febbraio.

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